L’accordo tra Softbank e NVidia per l’acquisizione di ARM da parte dell’azienda di Jen-Hsun Huang ha destato grande scalpore soprattutto per le possibili implicazioni che potrebbe avere sugli accordi in essere e sulla stipula dei futuri contratti.
ARM, lo ricordiamo, non realizza i suoi chip ma concede in licenza il design dei SoC progettati ai big dell’industria di tutto il mondo. L’arrivo di NVidia al vertice della società potrebbe portare a una revisione delle pattuizioni e delle royalty che devono versare i partner anche se per adesso dall’azienda statunitense non vi sarebbe la volontà di applicare alcuna modifica.
A temere dopo l’accordo per l’acquisizione di ARM da parte di NVidia è certamente Huawei che vede in discussione la possibilità di usare SoC ARM in futuro.
Come avevamo precedentemente evidenziato, l’accordo per l’acquisto di ARM è comunque al vaglio delle autorità antitrust di mezzo mondo. Non è quindi per nulla scontato che l’iniziativa promossa da NVidia possa davvero concretizzarsi.
L’acquisizione potrebbe andare in porto oppure NVidia potrebbe acquistare soltanto una parte di ARM o, ancora, l’intesa potrebbe saltare del tutto.
Qualcomm ha fatto sapere di essere al lavoro per creare una “cordata” tra alcune aziende del settore che interverranno per acquisire ARM nel caso in cui l’operazione di NVidia dovesse fallire. Tra i nomi più in vista nel consorzio promosso da Qualcomm vi sarebbero Amazon e Tesla.
“È la conclusione logica e per molte altre aziende investire in un asset forte e indipendente (come ARM, n.d.r.) è nell’interesse di tutti“, si fa presente da Qualcomm.
Huang, presidente e CEO di NVidia, osserva invece che l’accordo andrà in porto e potrà essere chiuso nel 2022 rispondendo adeguatamente a qualunque eventuale preoccupazione avanzata dall’antitrust.