Correva il mese di marzo 2016 quando vi parlammo della tecnologia Thunderbolt 3 e delle sua potenzialità: Thunderbolt 3, che cos’è e perché è rivoluzionario.
Come nel caso delle precedenti versioni, Thunderbolt 3 fu sviluppata da Intel in collaborazione con Apple e, in questo caso, il lancio avviene a settembre 2015.
Rispetto alle precedenti versioni di Thunderbolt, la novità della sua terza “incarnazione” che balza immediatamente all’occhio è l’utilizzo dello stesso connettore reversibile che contraddistingue USB-C (USB Type-C). In molti, quindi, tendono ancora oggi a confondere Thunderbolt 3 con USB-C e viceversa.
La scelta di usare lo stesso connettore che contraddistingue USB-C è stata operata con l’obiettivo di offrire massima compatibilità con tale interfaccia. Thunderbolt 3, infatti, utilizza un’opzione di fallback che consente le comunicazioni attraverso l’utilizzo del protocollo USB quando non fosse possibile fare diversamente (ovviamente, in questo caso, la velocità dei trasferimenti dati sarà limitata a quella resa possibile dai dispositivi USB collegati).
Una porta Thunderbolt 3 può insomma funzionare come una porta USB mentre il contrario non può avvenire.
La principale peculiarità di Thunderbolt 3, come abbiamo già visto nell’articolo citato in apertura, è la possibilità di trasferire dati fino con una larghezza di banda fino a 40 Gbps bidirezionali. Ciò rende possibile collegare una scheda grafica esterna (eGPU) per supportare attività di elaborazione particolarmente gravose senza ritardi o perdite in termini di resa delle immagini. Anzi, Thunderbolt 3 è stato progettato per ottimizzare il segnale e la qualità video anche durante l’utilizzo di visori per la realtà virtuale.
Thunderbolt 3 può presentare contenuti video su due display 4K o un 5K a 60 Hz; inoltre, non permette solo il trasferimento dei segnali video e audio ma consente anche la ricarica dei dispositivi collegati.
Diversamente rispetto a USB, con Thunderbolt 3 è possibile connettere in cascata fino a sei periferiche usando un’unica porta senza dover ricorrere ad hub e switch (il cosiddetto collegamento daisy chain). Si possono quindi collegare esternamente monitor, eGPU, dischi fissi l’uno con l’altro godendo della massima velocità di trasferimento dati possibile (a patto ovviamente di usare tutti dispositivi Thunderbolt 3).
Nel caso di USB, vale la pena leggere l’articolo USB: come capire quali dispositivi sono più veloci ed evitare rallentamenti.
Quanto a USB, ne esistono molteplici versioni, frutto di un’evoluzione durata anni: USB 1.1, USB 2.0, USB 3.0, USB 3.1 Gen 1 e USB 3.1 Gen 2. Va sottolineato, altro errore molto comune, che USB-C e, ad esempio, USB 3.1 non sono termini sovrapponibili: USB-C descrive il connettore mentre con USB 3.1 si fa riferimento a una specifica tipologia di connessione.
Un dispositivo che fa uso del connettore USB-C non necessariamente supporta le specifiche USB 3.1 (con i corrispondenti benefici in termini di banda passante; trasferimento dati fino a 10 Gbps) e potrebbe quindi tranquillamente usare ancora USB 3.0 o addirittura USB 2.0.
USB-C può supportare o meno le specifiche Power Delivery per la ricarica dei dispositivi collegati a valle (fino a 100W, 20V), come abbiamo spiegato nell’articolo USB Type-C: quali sono le caratteristiche del connettore.
Rispetto a USB-C, Thunderbolt 3 offre migliori performance quando si parla di prestazioni velocistiche e resa video. L’interfaccia partorita da Intel-Apple, come detto, consente di arrivare fino a 40 Gbps mentre USB-C, nella configurazione più avanzata (USB 3.1 Gen 2 SuperSpeed+), permette di trasferire fino a 10 Gbps.
USB-C, inoltre, può presentare contenuti video su un unico display 4K mentre – come già anticipato in precedenza – con Thunderbolt 3 si può arrivare a due display 4K o un 5K.
Le specifiche più recenti sono quelle di USB 3.2, definite nel 2017, ma sono ancora pressoché inutilizzate: USB 3.2 in arrivo entro la fine dell’anno nei primi PC di fascia alta. Confusione sui nomi. USB 3.2 Gen 2×2 SuperSpeed+ dovrebbe consentire di raggiungere i 20 Gbps che sono comunque la metà della larghezza di banda di Thunderbolt 3.
Perché Thunderbolt 3 non si è diffusa, tranne poche eccezioni, al di fuori dei dispositivi Apple? Il motivo principale è che l’implementazione dell’interfaccia Thunderbolt è soggetta alle royalty da versare a Intel-Apple mentre l’adozione di USB da parte dei produttori hardware è esente da qualunque “obolo”.
Un deciso cambio di rotta dovrebbe registrarsi con il lancio di USB 4: come abbiamo visto nell’articolo Annunciato USB 4: il nuovo standard permetterà di trasferire fino a 40 Gbps, con l’avvento delle nuove specifiche la tecnologia alla base di Thunderbolt 3 sarà messa a disposizione di tutti, senza più richiedere la corresponsione di alcuna royalty. USB 4 permetterà di trasferire fino a 100 W di potenza ai dispositivi collegati, di usare schede grafiche esterne, di alimentare due monitor 4K o un singolo 5K. Sarà necessario utilizzare cavi appositi ma quelli per Thunderbolt 3 già esistenti dovrebbero essere compatibili.