Ogni dispositivo con funzionalità di rete che supporta connessioni cablate, ovvero via cavo Ethernet, dispone di una o più porte RJ-45.
La sigla RJ-45 (Registered Jack tipo 45) fa riferimento al connettore usato per i cablaggi di rete: è facilmente riconoscibile e permette la connessione di cavi dritti, ad esempio per collegare PC desktop al router, e cavi incrociati (usati per collegare tra loro due PC o gli switch in cascata).
Pur utilizzando la stessa interfaccia, sul retro di un router si trova generalmente una porta WAN affiancata da più porte LAN.
WAN è l’acronimo di Wide Area Network: con questa sigla ci si riferisce a una rete di telecomunicazioni che si snoda su una vasta area geografica. Un esempio è proprio la rete Internet.
Ecco quindi che alla porta WAN del router si collega il dispositivo che fornisce l’accesso Internet.
Generalmente i router commerciali più diffusi dispongono di una porta WAN e 4 porte LAN: a queste ultime si collegano singoli dispositivi cablati oppure hub e switch al fine di ampliare il numero di dispositivi client collegabili a valle ed eventualmente segmentare la rete locale con l’utilizzo delle VLAN.
La porta WAN è facilmente riconoscibile per la presenza di un'”etichetta” sul router (si può anche leggere Internet al posto di WAN). Nel caso dei router non aziendali la porta WAN è evidenziata con un colore diverso rispetto a tutte le altre.
Porta WAN: quali sono gli aspetti da considerare
Ogni porta Ethernet, WAN o LAN che sia, permette di trasferire i dati a velocità differenti.
I router moderni montano ormai porte Gigabit Ethernet: ciò significa che possono trasferire dati fino a 1 Gbps (si usa spesso l’abbreviazione 1 GbE). Se una porta è genericamente definita GbE significa che non può trasferire dati con una larghezza di banda superiore a 1 Gbps.
Fino a poco tempo fa il “benchmark” ovvero il punto di riferimento in termini di connettività erano le connessioni FTTH a 1 Gbps.
Con l’avvento delle più performanti connessioni in fibra ottica FTTH a 2,5 e 10 Gbps, le caratteristiche tecniche della porta WAN sono divenute sempre più importanti.
A Iliad è costato l’equivoco tra velocità e capacità nel caso del suo router Iliadbox. Come abbiamo già visto in passato, la fibra FTTH a 2,5 e 10 Gbps si può davvero sfruttare a patto di utilizzare i dispositivi di rete e i cavi Ethernet giusti.
Con una connessione in fibra ottica da 2,5 Gbps si dovrebbe sempre utilizzare un router capace di offrire una porta WAN da 2,5 Gbps. Diversamente si introdurrebbe un collo di bottiglia subito a monte della rete locale. Le porte LAN dovrebbero a loro volta essere almeno 1 GbE: la banda disponibile sulla porta WAN viene poi suddivisa tra i client collegati alle varie porte LAN e via WiFi.
Con l’avvento delle connessioni in fibra XGS-PON, sulla WAN sono disponibili fino a 10 Gbps. Per realizzare una configurazione Multigigabit Ethernet è quindi importante che la porta WAN sia appunto 10 GbE e siano disponibili anche porte LAN a 2,5 GbE. Con il tempo, le porte LAN diverranno loro stesse 10 GbE (si trovano solo nei router aziendali di tipo professionale ed enterprise).
Per la connessione alla porta WAN si può usare un cavo Ethernet Cat-6 per le attuali connessioni in fibra più performanti. È altrettanto opportuno che i cavi LAN a valle siano Cat-5e o Cat-6 se si vogliono portare, rispettivamente, 1 Gbps fino a 100 metri o fino a 10 Gbps entro 50 metri.
Router con doppia porta WAN
Alcuni router dispongono di due porte WAN: diventa così possibile fruire di due accessi Internet.
Il router può essere configurato in modo da usare il failover, utile per passare all’altra connessione quando una non dovesse funzionare, oppure il load balancing ovvero la distribuzione dinamica del traffico sulle due connessioni.
In un altro articolo abbiamo visto come unire più connessioni Internet con load balancing e WAN bonding.
Esistono anche router senza porta WAN: si tratta di modem router ovvero dispositivi xDSL che permettono di gestire le connessioni fibra misto rame o le vecchie ADSL. Al posto della porta WAN c’è una RJ-11 “Internet/DSL” per il collegamento del cavetto telefonico “plug”.
Ancora, alcuni dispositivi integrano sia la porta “Internet/DSL” che WAN: questo perché possono fungere sia da modem router che da router puro.
Cosa collegare alla porta WAN
Alla porta WAN del router di solito si collega, almeno nel caso delle connessioni in fibra FTTH, l’ONT (Optical Network Terminal), un dispositivo che elabora il segnale ottico e lo converte in segnale elettrico. L’ONT viene fornito dall’operatore di telecomunicazioni: da un lato ha un ingresso in fibra ottica, dall’altro una porta Ethernet da collegare via cavo alla WAN sul router.
Alcuni router integrano un connettore ottico per collegare direttamente il cavo che arriva dalla borchia fibra ottica o integrano un modulo plug-in SFP (Small form-factor pluggable transceiver) per la medesima finalità.
La porta WAN può essere utilizzata anche per collegare il router in cascata (con lo schema LAN to LAN oppure LAN to WAN) al dispositivo fornito dall’operatore.
Di norma il router permette di specificare come deve comportarsi la porta WAN dal punto di vista dell’indirizzamento: è possibile scegliere se ad essa debba essere associato un indirizzo IP statico, se debba riceverlo in automatico, se debba essere stabilita una connessione PPPoE.