L’ex CEO di Intel, Paul Otellini, si è spento ieri all’età di 66 anni. Fu nominato amministratore delegato dell’azienda di Santa Clara nel 2005 e restò in carica fino al 2013 quando decise di “passare il timone” a Brian Krzanich.
Nei suoi 49 anni di storia, Intel ha avuto solo 6 CEO: Otellini è stato il quinto; ha lavorato come dipendente dell’azienda per più di 40 anni ed è stato il primo “non-ingegnere” ad assumerne la guida.
L’uscita di Otellini (l’articolo che pubblicammo all’epoca: Paul Otellini dà l’addio ad Intel: a maggio il saluto finale) ha sostanzialmente coinciso con il “fallimento” dei progetti Intel nel settore mobile. L’azienda ha mandato in fumo miliardi di dollari per provare a competere con Qualcomm, non riuscendo nell’intento e mancando completamente il treno per tentare un’affermazione sugli smartphone.
Sotto la guida di Otellini, comunque, Intel è cresciuta moltissimo passando da 38,8 a 54 miliardi di ricavi.
L’idea di Otellini era quella di ristrutturare Intel e di focalizzarne il lavoro sul concetto di piattaforma piuttosto che di chip. Ecco quindi che chip e altre componenti furono combinati in package: la tecnologia Centrino è un esempio perché contribuì alla diffusione della connettività WiFi nei notebook. Una mossa che aiutò Intel a mantenere la posizione nel settore per gli anni a venire.
Otellini mise a segno uno storico accordo con Apple: la società di Steve Jobs iniziò a utilizzare sui suoi Mac i processori Intel x86 abbandonando l’architettura PowerPC scelta in precedenza.
L’ex CEO di Intel viene da tutti ricordato come una persona mite ma determinata (in molti citano una “sfuriata” con Steve Ballmer) e sempre disponibile al confronto.
“L’acume, l’ottimismo e la dedizione di Paul hanno contribuito in modo significativo alla crescita di Intel“, ha commentato il presidente dell’azienda Andy Bryant. “La sua indole instancabile, la sua disciplina e la sua umiltà hanno costituito le fondamenta della sua leadership e restano tutt’oggi valori integranti della nostra società“.