Paul Otellini non sarà più alla guida di Intel a partire del prossimo mese di maggio. Lo ha confermato la società con un comunicato ufficiale spiegando che la decisione sarà ufficializzata in occasione dell’annuale incontro con gli azionisti. Otellini è in Intel da quasi 40 anni ricoprendo ruoli di spicco, prima, per poi diventare – a maggio 2005 – CEO dell’azienda.
Quinto amministratore delegato della storia di Intel, Otellini è stato il paladino dell’architettura x86 ma, evidentemente, come da lui stesso dichiarato, è arrivato il tempo di radicali cambiamenti. Un mondo sino a qualche tempo fa costruito pressoché interamente attorno ai personal computer è cambiato velocemente ed Intel non ha saputo imporsi tempestivamente in un mercato in continua evoluzione. Il segmento dei tablet e degli smartphone è quello che vede Intel maggiormente carente.
L’Apple iPad, il tablet più diffuso su scala planetaria, non utilizza un processore Intel ma ne utilizza uno congegnato dalla Mela e realizzato da Samsung. Lo stesso dicasi per gli iPhone. Nessun tablet Android monta processori Intel; si contano solo alcuni smartphone ma in numero piuttosto limitato (i.e. Motorola Razr i). Gran parte del segmento “mobile” è rapidamente divenuto feudo di ARM, la società inglese che accorda a numerose altre aziende (prime tra tutte Qualcomm ed Nvidia) la facoltà di realizzare processori a partire dalle sue specifiche.
L’attuale CEO di Intel ha invece voluto spingere molto sugli ultrabook (si tratta di un termine registrato dalla società di Santa Clara) per cercare di rivaleggiare con la concorrenza. Il mese scorso Otellini, con un commento che ricorda quello del CEO di Lenovo (Lenovo: il mercato dei tablet non avrà vita lunga), aveva dimostrato scetticismo nei confronti dei tablet. “Credo che il fattore di forma che contraddistingue i tablet stand alone non sarà quello verso cui migreranno gli utenti“, aveva dichiarato nel corso di un’intervista preconizzando un’affermazione, nel prossimo futuro, dei “convertibili” dotati di schermo multitouch e di un ritorno dei notebook tradizionali.
In ogni caso, da un punto di vista prettamente finanziario, Otellini lascia una Intel in salute: l’azienda ha generato 107 miliardi di dollari come flusso di cassa e versato agli azionisti dividendi per 23,5 miliardi di dollari.
Sul versante delle “batoste”, si ricorda la pesante sanzione (1,06 miliardi di euro) disposta dalla Commissione Europea nel 2009 nei confronti di Intel per abuso di posizione dominante e pratiche anticoncorrenziali illegali.
Il successore di Otellini non è stato ancora nominato o comunque i nomi “papabili” non sono ancora trapelati.