Per stabilire una connessione con la rete Internet, o meglio con gli apparati dell’operatore di telecomunicazioni, per i collegamenti a banda larga o ultralarga ormai si utilizza il protocollo PPPoE (Point-to-Point Protocol over Ethernet).
Con il modello OSI o pila ISO/OSI si descrive l’architettura logica di una rete per le telecomunicazioni e di qualsivoglia rete locale.
Una serie di livelli “impilati” l’uno sull’altro (sono complessivamente 7) descrivono i protocolli di comunicazione che vengono utilizzati. Il modello TCP/IP, su cui si basa il funzionamento logico della rete Internet, rappresenta lo standard di fatto derivato dal modello OSI.
Fonte Wikipedia
Il protocollo PPPoE agisce al secondo livello della pila ISO/OSI (Link o Collegamento). Al di sotto c’è soltanto il mezzo fisico utilizzato per il trasferimento del segnale e dei “bit” (vedere Codice binario, bit e byte: cosa c’è da sapere).
Ai tempi delle connessioni in dial-up e ISDN si usava PPP (Point-to-Point Protocol), protocollo che si occupava di gestire autenticazione, cifratura e compressione.
PPPoE eredita le stesse caratteristiche del PPP permettendo di stabilire un collegamento tra due porte Ethernet: quella del modem router dell’utente da un lato e quella dell’apparato di rete usato dal fornitore di accesso Internet dall’altro.
Come si vede nella pagina di AVM dedicata al modem libero buona parte dei provider utilizza il protocollo PPPoE anche per le connessioni in fibra FTTC/FTTH, non soltanto quindi per le vecchie ADSL.
Con PPP era possibile collegare un solo computer al server dell’operatore di telecomunicazioni; con PPPoE si possono contemporaneamente collegare più dispositivi diversi. Si dice che ogni connessione PPPoE permette di stabilire un “tunnel” verso il nodo del provider Internet prescelto. Una volta stabilito il collegamento, il provider assegnerà automaticamente via DHCP un indirizzo IP pubblico (talvolta dietro NAT; uno stesso IP pubblico viene condiviso tra tanti utenti) al modem router o router dell’abbonato.
Come stabilire più connessioni via PPPoE e ottenere un indirizzo IP pubblico diverso
Condividendo con gli utenti abbonati i benefici derivanti dall’utilizzo del protocollo PPPoE la maggior parte dei provider Internet consentono di stabilire contemporaneamente più connessioni.
Supponendo di aver già stabilito una connessione PPPoE con il modem router principale installato in azienda, in ufficio o a casa, sappiate che è possibile creare ulteriori tunnel da altri router (sprovvisti di modem) o da singole workstation o sistemi server.
Tali dispositivi potranno ottenere un indirizzo IP pubblico ma sarà attestato direttamente sulla loro interfaccia di rete. L’indirizzo IP ricevuto via DHCP dal provider sarà sempre diverso da quello assegnato al modem router principale.
È comunque sconsigliato esporre singoli dispositivi sulla rete Internet assegnando loro direttamente un IP pubblico (a meno che le porte di comunicazione non siano adeguatamente protette tramite firewall).
Se si volessero utilizzare più indirizzi IP pubblici è invece bene configurare una seconda connessione PPPoE sui router che permettono di farlo (i Mikrotik, ad esempio, lo permettono) oppure collegare in cascata un altro router configurandolo per stabilire un nuovo tunnel PPPoE verso il nodo del provider Internet. Utilizzando la tecnica NAT (vedere anche Cos’è il NAT e a che cosa serve. Configurazioni single e double) i dispositivi collegati a valle del router condivideranno il medesimo IP pubblico sulla rete Internet.
Alcuni provider di telecomunicazioni rilasciano un numero massimo di IP per ciascun abbonamento che non può essere superiore a 3, 4, 5 o 6.
Usare più IP pubblici potrebbe essere utile per separare le reti, per simulare configurazioni che prevedono l’utilizzo di una o più macchine server, per effettuare test di vario genere o per creare una vera “rete ospiti” completamente separata dalla rete principale.