In pochi lo conoscevano ma Mobile Network Insights era un servizio Google ben noto tra gli operatori di telecomunicazioni. Esso infatti metteva a disposizione dei provider di telefonia mobile informazioni sul livello di copertura del segnale rilevato sui dispositivi degli utenti possessori di un terminale Android.
I dati risultavano un utile strumento per gli operatori che potevano così pianificare gli interventi sulle reti partendo dai “riscontri sul campo” derivati dai dispositivi degli utenti finali.
Secondo molti, Google avrebbe preferito chiudere il servizio Mobile Network Insights per scongiurare qualunque potenziale contestazione in materia di privacy (vedere questa nota dell’agenzia Reuters).
Ma se un servizio chiude, un altro – come OpenSignal, app che permette di “mappare” in tutto il mondo il segnale dei vari operatori di telefonia mobile – è vivo e vegeto e anzi fa il punto sullo stato della connettività LTE/4G in Italia.
Sì perché se negli ultimi mesi non si fa altro che parlare di 5G, la copertura 4G non raggiunge affatto l’intera Penisola. Nel nostro articolo Router 4G per usare Iliad, Ho. Mobile, Tiscali e gli altri operatori abbiamo ad esempio presentato un esempio concreto di come si possa migliorare il segnale 3G/4G in situazioni di necessità, quando il segnale è debole all’interno degli edifici e non risulta stabile (con continui passaggi su rete 2G).
L’analisi pubblicata sul blog di OpenSignal evidenzia il livello di copertura in tecnologia 4G dell’intero territorio italiano. I dati sulla qualità del segnale e della connessione dati arrivano direttamente dagli utenti che hanno scelto di installare l’app OpenSignal (disponibile per Android e iOS) e condividere le informazioni da essa raccolte.
Incrociando i dati memorizzati da OpenSignal con quelli pubblicati da ISTAT ed Eurostat sulla topologia del territorio italiano e la distribuzione della popolazione, si è potuto verificare che nelle aree maggiormente urbanizzate (ad esempio, le grandi città) la disponibilità della connettività 4G sfiora l’85% del tempo.
In queste zone d’Italia, che però rappresentano solamente il 4,8% dell’intero territorio nazionale, vive il 33,3% della popolazione.
Nelle aree del Paese a densità di popolazione intermedia (equivalenti al 22,7% dell’intero territorio), risiede il 42,4% degli italiani e qui la disponibilità del 4G supera di poco l’80% del tempo.
Le zone maggiormente penalizzate sono quelle rurali che sono complessivamente anche le più estese (pari al 72,5% del territorio; vi vive il 24,3% della popolazione): in questo caso la connettività 4G è disponibile per il 71,4% del tempo.
OpenSignal misura infatti il tempo durante il quale gli utenti possono collegarsi a una rete 4G senza che, in seguito a vari parametri – tra cui una scarsa potenza del segnale -, la connessione venga girata su rete 3G o, peggio, 2G.
I tecnici di OpenSignal, nell’elaborazione della loro ricerca, hanno comunque rilevato che non sussistono differenze significativa tra nord, centro, sud e isole.
“Anche se gli utenti che risiedono in zone rurali potrebbero già oggi accedere alle reti 4G per la maggior parte del tempo, probabilmente dovranno aspettare anni prima di poter godere della migliore esperienza di trasferimento dati promessa dalle reti 5G“, conclude OpenSignal.