Abbiamo sempre riportato che gli aggiornamenti più corposi per Windows 10, i cosiddetti feature update, vengono normalmente distribuiti intorno ad aprile e ottobre di ogni anno. La società di Redmond ha però deciso di rivedere un po’ i suoi piani e d’ora in avanti le versioni RTM (Release To Manufacturer) di Windows 10 saranno distribuite sempre a distanza di sei mesi ma ciò avverrà a giugno e dicembre di ogni anno.
Il nuovo ciclo di distribuzione di Windows 10 è stato deciso, molto probabilmente, per allinearsi a quanto accade sulla piattaforma Microsoft Azure. Va detto che la versione RTM del sistema operativo non è considerabile propriamente come una release definitiva essendo quella che Microsoft distribuisce ai partner per effettuare test sui loro sistemi.
Windows 10 Aggiornamento di novembre 2019 (versione 1909) è infatti poco più che un semplice Service Pack, come avevamo ipotizzato alcuni mesi fa, per lasciare spazio al rilascio del successivo feature update e consentire allo stesso tempo un allineamento tra gli sviluppatori di Azure e quelli di Windows.
Cosa succederà a questo punto? Difficile ipotizzare il tempo che trascorrerà tra il rilascio delle versioni RTM di Windows 10 e l’effettiva pubblicazione della versione stabile, scaricabile da parte di tutti gli utenti.
Alcune fonti suggeriscono che Windows 20H1, ovvero la versione del sistema operativo che dovrebbe essere foriera di tante novità, possa debuttare già a dicembre 2019. A distanza di sei mesi, a giugno 2020, dovrebbe invece debuttare Windows 10X, versione del sistema operativo che equipaggia il nuovo Surface Neo ma che sarà preinstallata in diversi altri dispositivi di ASUS, Dell, HP e Lenovo con schermo doppio, pieghevole e non solo: Windows 10X sarà un sistema operativo anche per i notebook tradizionali: cosa cambia.
La situazione, comunque, non è affatto chiara: Microsoft potrebbe scegliere di continuare a mantenere il ciclo primavera/autunno per il rilascio dei feature update di Windows 10 agli utenti finali. Un rilascio anticipato delle versioni RTM, infatti, potrebbe essere determinato anche dalla volontà di Microsoft di frapporre una finestra temporale più ampia tra la finalizzazione dell’aggiornamento e l’effettiva distribuzione attraverso Windows Update.
In questo modo ci sarebbe più tempo per verificare la stabilità del sistema e correggere eventuali bug non venuti a galla durante la fase di sviluppo e test.