Quello che si preannuncia è uno scontro frontale con le tante realtà cinesi impegnate nell’ecommerce: l’Europa si appresta ad applicare tasse sulle spedizioni provenienti dalla Cina o almeno sulla maggior parte dei colli in arrivo.
Secondo gli analisti di Marketplace Pulse tra i primi 10.000 venditori più attivi su Amazon (anche nella versione italiana della piattaforma) oltre la metà sarebbero imprese cinesi arrivando al 40% del totale.
Stando ai risultati di uno studio condotto dalla Camera di Commercio della Danimarca su 50 acquisti effettuati online usando strumenti come Amazon, Aliexpress e Wish in 46 casi si sarebbero registrate violazioni delle norme sulla sicurezza dei prodotti di consumo e in 16 non sarebbero state versate le imposte dovute per importare la merce (il mittente dichiara un valore del prodotto inferiore a quello reale).
Così, dal prossimo 1° luglio entreranno in vigore le nuove regole per l’importazione delle merci in Europa.
Cosa cambierà in concreto con le nuove disposizioni? Innanzi tutto viene rimossa l’esenzione per le importazioni dirette con valore della merce non superiore a 22 euro. Saranno quindi soggette a tassazione tutte le spedizioni verso il territorio europeo nella misura del 19% sul valore dichiarato.
Dal momento che le imposte pari o inferiori a un euro sono inesigibili, il nuovo tetto minimo sarà pari a 5,23 euro. Un prodotto che vale così poco non sarà soggetto ad alcuna tassazione.
Per tanti consumatori, quindi, il prezzo dei prodotti cinesi ordinati online potrebbe aumentare del 19% a meno che i venditori non provino a comprimere, almeno in minima parte, i margini di profitto.
Alcuni corrieri potrebbero inoltre applicare una tassa di gestione aggiuntiva che copre dovute al pagamento anticipato delle spese di importazione e al recupero delle stesse al momento della consegna presso il domicilio del destinatario.
I venditori che nel prossimo futuro aderiranno al meccanismo chiamato Import One Stop Shop (IOSS) potranno importare la merce direttamente, versare le tasse quindi recuperarle dal cliente finale che non dovrà sostenere costi aggiuntivi in fase di consegna applicati dal corriere. Sempre che il valore dell’oggetto non superi i 150 euro.
Dal 16 luglio prossimo i soggetti extra-UE dovranno inoltre nominare un rappresentante scelto entro i confini del territorio europeo che dovrebbe diventare il punto di riferimento per la gestione delle pratiche legate all’importazione. Amazon stessa offre questo servizio a pagamento e in caso di verifica fornirà i documenti richiesti dalle autorità cha attestano la rispondenza alle normative europee della merce importata.
I venditori che non si atterranno alle nuove disposizioni e non invieranno in tempo utile la documentazione richiesta rischiano la rimozione dei rispettivi prodotti da Amazon e dagli altri store europei.
Secondo le prime stime della Commissione Europea, le nuove regole potrebbero da sole portare 7 miliardi di euro l’anno in più nelle casse del fisco.