Non tutti hanno ancora compreso quanto siano importanti le prese di posizione in merito alla libera scelta del modem router per collegarsi alla rete Internet.
Spesso, infatti, il dispositivo fornito dall’operatore di telecomunicazioni non integra tutte le funzionalità che i consumatori e, soprattutto, professionisti e aziende auspicano di trovare.
Se non si vogliono “perdere” alcune funzionalità (come, ad esempio, l’utenza VoIP nel caso della connettività in fibra ottica), l’unica soluzione è spesso quella di collegare un proprio router in cascata, a valle del modem router fornito dal provider: Come collegare due router in cascata.
In Germania, da circa un anno, i consumatori possono decidere liberamente quale terminale utilizzare con la propria connessione broadband o ultrabroadband.
In altri Paesi le normative sono meno favorevoli agli utenti e tra questi c’è anche l’Italia. Le acque sono state finalmente smosse dal deputato Ivan Catalano (Sostituire il modem dell’operatore di telecomunicazioni forse si potrà) che ispirandosi proprio alla normativa tedesca, ha cercato di proporre una via per superare l’attuale schema, estremamente penalizzante per coloro che hanno necessità di disporre di un modem router con una vasta schiera di possibilità di personalizzazione.
VTKE, associazione dei fabbricanti di terminali di telecomunicazione, ha evidenziato che la libera scelta del modem router non cagiona nessuno degli scenari apocalittici temuti dagli operatori. Al contrario.
Nessuna traccia, quindi, degli scenari apocalittici di hotline e servizi di assistenza tecnica sovraccarichi perché gli utenti non riescono ad installare il router acquistato, né di collasso della rete dovuto all’uso di dispositivi di terzi.
In Germania gli operatori non possono più affermare che il router sia parte integrante della propria rete e i vantaggi della libera scelta del terminale sono palesi: gli utenti possono incrementare le prestazioni (anche per ciò che riguarda la gestione della LAN e la copertura in WiFi 2,4/5 GHz) e avvalersi di una maggior versatilità grazie all’utilizzo di un router premium al posto del dispositivo fornito dall’operatore. Se infatti per legge il router non è più parte integrante della rete pubblica, tutti i dati permangono nella rete privata, consentendo una maggior tutela della privacy dell’utente. In caso di vulnerabilità, l’utente non deve più attendere che si attivi il provider. Il consumatore può risolvere il problema autonomamente effettuando personalmente l’aggiornamento del firmware del router o richiedendo, qualora necessario, la sostituzione del dispositivo.
Anche cambiare operatore risulta più semplice, dato che il vecchio router può essere impiegato senza soluzione di continuità, poiché decade la necessità di procurarsi un nuovo dispositivo da riconfigurare ex-novo. Con tutti i benefici del caso in termini di competitività (le aziende sono sempre più orientate alla produzione di dispositivi più performanti e innovativi), di costi e di funzionalità a disposizione degli utenti finali.