Da qualche anno si parla di un’architettura x86 che non farebbe progressi importanti nel settore dei PC perché ormai sofferente di una serie di limitazioni progettuali ricollegabili al fatto che si tratta di una tecnologia nata oltre quarant’anni fa.
La prima azienda a “tagliare i ponti” con l’architettura x86 è stata, di recente, Apple che ha presentato i primi sistemi Mac basati su chip M1, di derivazione ARM: Apple Silicon: perché il nuovo chip M1 è così veloce?.
Ovvio che Apple non può essere paragonata ad altre aziende perché la società di Cupertino accentra a sé il massimo controllo sia sull’hardware che sul software. Non ci sono centinaia o migliaia di configurazioni possibili di cui tenere conto: la Mela ha potuto scegliere la piattaforma ARM e lasciare l’architettura x86 perché ha potuto svolgere, nel corso del tempo, un’attenta operazione di ricerca, sviluppo e ottimizzazione di ogni singolo prodotto basato sul SoC Apple M1. E non si fermerà qui perché già dal prossimo anno sono attesi nuovi chip progettati e costruiti dagli ingegneri Apple a partire dal design ARM: Apple starebbe preparando un processore M1X per i nuovi iMac e MacBook Pro da 24 e 16 pollici.
Microsoft sceglie di sviluppare i suoi processori basati su architettura ARM, al momento solo per i propri data center. Ci sarà comunque un nuovo SoC per i Surface
A ottobre 2019 presentammo il chip ARM Microsoft SQ1 nato dalla collaborazione con Qualcomm e utilizzato nel Surface Pro X: Processore Microsoft SQ1: perché è stato realizzato.
Microsoft ha sino ad oggi compiuto alcuni passi in direzione ARM anche per quanto riguarda i modelli di processori sviluppati in collaborazione con AMD per Xbox ma non ha ancora sviluppato un processore completamente proprietario.
Ad oggi l’azienda di Redmond non è stata ancora in grado di proporre sul mercato un prodotto, ad esempio nell’ambito della gamma Surface, capace di essere tanto potente come il chip Apple A14. Per questo genere di novità, tuttavia, ci vuole del tempo soprattutto se si considera che Apple ha lavorato sull’architettura dei suoi chip ARM per circa un decennio.
Al momento gli sforzi di Microsoft sono concentrati soprattutto sullo sviluppo di propri processori ARM destinati ai suoi data center. In questi ambiti è fondamentale disporre di processori che riescano a tenere bassi i consumi energetici.
Una decisione che sembra perfettamente in linea con le scelte di altri colossi come Google e Amazon che stanno realizzando i loro processori destinati ai data center oltre che soluzioni di grado di gestire compiti molto specifici come quelli legati alle applicazioni di intelligenza artificiale.
La responsabilità dello sviluppo dei nuovi chip ARM per i data center Microsoft sarebbe stata affidata a Jason Zander, direttore del marketplace di Azure.
All’inizio del mese abbiamo fatto riferimento all’impegno di AMD nello sviluppo di un chip da proporre come alternativa ad Apple M1: AMD lavora a un SoC alternativo all’Apple M1: CPU, GPU e DRAM integrate in un unico pacchetto.