Con il suo nuovo browser Edge, Microsoft vuole sbaragliare tutti i concorrenti in tema di elaborazione di codice JavaScript. In un lungo post apparso in queste ore sul blog ufficiale del colosso di Redmond, si presentano i risultati sin qui raggiunti.
Secondo Microsoft, Edge sarebbe già più veloce nel caricamento e nell’esecuzione di codice JavaScript rispetto alla concorrenza, Firefox e Chrome in testa. È evidente, infatti, come performance migliori nell’elaborazione del codice JavaScript possano decretare il successo (o, viceversa, il fallimento di un prodotto).
Le pagine web moderne sono sempre più dense di codice JavaScript e le applicazioni web più complesse usano tale linguaggio, insieme con HTML5 e CSS3 per proporre strumenti online che ricalcano sempre più da vicino il funzionamento dei programmi desktop.
Il motore integrato in Microsoft Edge che si occupa di gestire il codice JavaScript si chiama Chakra: nell’ultima versione del browser, che la farà da padrone in Windows 10 prendendo il posto di Internet Explorer, la pipeline di esecuzione del codice è stata ampiamente ottimizzata. Non solo. Numerose migliorie sono state apportate al compilatore JIT (just-in-time) che s’incarica di trasformare il codice JavaScript in codice macchina, soprattutto allorquando il browser si dovesse trovare a gestire codice complesso.
Il compilatore JIT, presente peraltro in altri prodotti come Chrome e Firefox, riesce a ridurre enormemente i carichi di lavoro a cui è sottoposto il browser Edge tanto che Microsoft sostiene di aver già battuto la concorrenza.
Per cantare vittoria, Microsoft fa riferimento ai benchmark Octane 2.0 e JetStream. La scelta del primo non è casuale: è infatti uno dei benchmark di riferimento che viene proposto da Google (vedere questa pagina).
JetStream, invece, è “proprietà” di Apple. Come dire, stiamo vincendo sulla base di test riconosciuti dai diretti rivali.
I risultati dei test sono consultabili in questo post e riportati anche in figura.
Lo sviluppo del motore JavaScript Chakra è stato possibile anche grazie alla collaborazione di Intel che ha aiutato i tecnici Microsoft ad implementare specifiche istruzioni hardware (SIMD, Single Instruction Multiple Data) che consentono ad Edge di dialogare a basso livello con la maggior parte dei chipset moderni, indipendentemente dalla tipologia dell’architettura.