Messagenet, nota società milanese specializzata nei servizi VoIP nonché sulla messaggistica fax e SMS via, si è opposta all’acquisizione di Skype da parte di Microsoft. L’azienda si è rivolta all’antitrust europea chiedendo il blocco della procedura di acquisto avviata dal colosso di Redmond. Per i vertici di Messagenet, con l’operazione messa in campo da Microsoft verrebbe a configurarsi un quadro a tinte fosche per le aziende concorrenti che operano nel settore del VoIP: ci sarebbe il potenziale rischio di abuso di posizione dominante. Cosa accadrebbe se Microsoft decidesse di distribuire Skype insieme con Windows magari integrandolo nella sua interfaccia? Chiede Messagenet alla Commissione Europea.
Secondo il punto di vista della società italiana, quindi, l’acquisizione da 8,5 miliardi – la più importante della storia di Microsoft – dovrebbe essere fermata senza indugio. Non soltanto perché una possibile futura integrazione di Skype direttamente nel sistema operativo taglierebbe le gambe ai prodotti della concorrenza ma anche perché il client VoIP non consente ad altre aziende di interfacciare le proprie soluzioni con tale piattaforma. O almeno, ciò non è ad oggi permesso, con quel grado di libertà ed autonomia che molti player del settore si aspetterebbero.
A questo punto, a prendere una decisione sul tema è chiamato il commissario europeo Joaquín Almunia, in possesso del portafoglio della Concorrenza in sede UE. Almunia dovrebbe esprimersi a breve, probabilmente già entro il prossimo 7 ottobre.
La mossa di Messagenet ricorda da vicino molte altre denunce che sono state presentate, dinanzi all’antitrust, nel corso della storia di Microsoft. La più recente è l’azione intrapresa dai norvegesi di Opera che ha accusato Microsoft di abuso di posizione dominante sul mercato dei browser web. Il risultato delle indagini portò all’aggiunta, in Windows, del cosiddetto “ballot screen” (ved. queste pagine), una finestra che permette di scegliere agli utenti europei il browser da configurare come prodotto predefinito.