Buona parte dei problemi che si presentano in Windows sono collegati da un unico fil rouge e hanno spesso a che fare con file di sistema danneggiati o inaccessibili.
Un file di sistema corrotto può causare la mancata esecuzione di qualsiasi programma, malfunzionamenti a livello generalizzato con l’intero sistema che potrebbe smettere di funzionare, cominciare a bloccarsi o riavviarsi automaticamente. Controllare l’integrità dei file di sistema è una delle soluzioni più efficaci per rilevare e risolvere la maggior parte degli errori di Windows.
Errori “randomici” fanno spesso pensare a problemi legati alla memoria RAM oppure proprio all’integrità dei file conservati su disco. Nell’articolo PC non funziona bene: come effettuare una diagnosi abbiamo visto come provare a individuare e isolare il problema.
Dopo aver verificato che la RAM non presenta problemi, si può eventualmente valutare di trasferire tutto il contenuto dell’hard disk o dell’SSD su una nuova unità (vedere ad esempio Macrium Reflect, per clonare hard disk su SSD gratis) per scongiurare qualunque problematica hardware quindi procedere con una serie di comandi per verificare l’integrità dei file di sistema e risolvere eventuali problemi.
I comandi per riparare Windows e risolvere la maggior parte dei problemi
Windows integra una serie di strumenti per controllare l’integrità del sistema operativo e, in caso di necessità, applicare le opportune correzioni.
Si tratta di comandi che fanno parte del sistema operativo: non c’è quindi bisogno di installare alcunché. Per utilizzarli si devono solo possedere i diritti di amministratore.
Per procedere è sufficiente digitare cmd
nella casella di ricerca di Windows quindi premere CTRL+MAIUSC+INVIO
per aprire il prompt dei comandi con i diritti di amministratore.
In alternativa si può digitare cmd
nella casella di ricerca e cliccare su Esegui come amministratore.
Digitando il comando seguente è innanzi tutto possibile avviare un primo esame con System File Checker:
I risultati della scansione possono essere quattro:
- Protezione risorse di Windows: nessuna violazione di integrità trovata. Significa che sul sistema in uso non ci sono file danneggiati o mancanti.
- Protezione risorse di Windows non può eseguire l’operazione richiesta. Evidenzia un problema durante la scansione: è necessario eseguire un’analisi in “modalità offline”.
- Protezione risorse di Windows: file danneggiati trovati e ripristinati. L’utilità di Windows ha trovato uno o più file di sistema danneggiati e ha provveduto a correggere il problema. I dettagli sugli interventi applicati sono contenuti nel file
%windir%\Logs\CBS\CBS.log
. - Protezione risorse di Windows ha trovato file danneggiati ma non è stata in grado di correggere alcuni problemi. Indica che almeno una parte degli interventi correttivi andrà effettuata manualmente. Anche in questo caso tutte le informazioni sono contenute nel file
%windir%\Logs\CBS\CBS.log
.
Per accedere ai dettagli della scansione, nel caso in cui SFC avesse fatto riferimento al file CBS.log
, si può digitare quanto segue:
findstr /c:"[SR]" %windir%\Logs\CBS\CBS.log > %userprofile%\sfclog.txt"
notepad %userprofile%\sfclog.txt
In questo modo, cercando le occorrenze di Repairing file presenti nel file, si possono conoscere i file che sono stati corretti da SFC.
Nel caso in cui SFC non fosse stato in grado di riparare i problemi e risultasse necessario l’utilizzo della “modalità offline”, si può riavviare Windows dalla console di emergenza tenendo sempre premuto il tasto MAIUSC
mentre si fa clic su Riavvia il sistema.
Alla comparsa del menu di scelta si dovrà selezionare Risoluzione dei problemi quindi Opzioni avanzate e infine Prompt dei comandi.
Nel caso in cui si utilizzasse BitLocker, dopo il riavvio del sistema si dovrà digitare per intero la chiave di ripristino ottenuta in fase di cifratura dell’unità.
Aiutandosi con i comandi dir C:\windows
, dir D:\windows
e così via si potrà individuare la lettera identificativa di unità associata al supporto all’interno del quale è installato Windows.
Digitando invece diskpart
e poi list volume
si dovranno annotare le lettere identificative dell’unità in cui è installato Windows (di solito la partizione di dimensioni più importanti) e della partizione di ripristino (di solito con dimensioni che non superano i 900 MB).
Nel nostro caso digiteremo il comando seguente per avviare SFC in “modalità offline” e ripristinare i file danneggiati:
Effettuare ovviamente le opportune sostituzioni in corrispondenza delle lettere identificative di unità.
Nel caso in cui i problemi non apparissero sanabili con SFC, si può ricorrere a DISM (Strumento Gestione e manutenzione immagini distribuzione) eseguendo in sequenza i comandi seguenti, sempre al prompt aperto con i diritti di amministratore:
dism /Online /Cleanup-Image /CheckHealth
dism /Online /Cleanup-Image /ScanHealth
dism /Online /Cleanup-Image /RestoreHealth
I tre comandi provvederanno a rilevare la presenza di eventuali file danneggiati e a ripristinarli in caso di necessità.
Se non si riuscissero a ripristinare i file danneggiati è possibile usare il file install.wim
o install.esd
contenuto nel supporto d’installazione di Windows.
È però importante assicurarsi che il supporto d’installazione contenga la stessa versione di Windows installata.
Nell’articolo Quale versione di Windows 10 è contenuta in una chiavetta USB spieghiamo come verificare quali versioni ed edizioni del sistema operativo sono contenute in un qualunque supporto.
A seconda che nella cartella /sources
del supporto d’installazione di Windows sia contenuto un file install.wim
o install.esd
(questo secondo file è presente nel caso in cui il supporto fosse stato generato con il Media Creation Tool), si potranno usare i seguenti comandi per procedere con il ripristino dei file necessari:
dism /Online /Cleanup-Image /RestoreHealth /Source:wim:D:\sources\install.wim:1 /limitaccess
dism /Online /Cleanup-Image /RestoreHealth /Source:esd:D:\sources\install.esd:1 /limitaccess
Al posto di 1 va indicato l’indice dell’edizione di Windows da utilizzare per il ripristino dei file. L’edizione deve corrispondere a quella installata sul sistema ed è verificabile con la procedura illustrata nell’articolo Quale versione di Windows 10 è contenuta in una chiavetta USB.
Con l’opzione /limitaccess
, che può essere eventualmente rimossa, si indica di evitare l’uso di Windows Update.
Per approfondire suggeriamo anche la lettura degli articoli Riparazione computer, come imparare a fare da soli e Come rivitalizzare un vecchio PC.
Le “miniature” di presentazione dell’articolo sono di Andrea Piacquadio (fonte: Pexels).