Dopo circa cinque anni di pianificazione e sviluppo, il team di GNOME ha appena rilasciato la terza generazione del famoso ambiente desktop per Linux/Unix. Creato inizialmente da Miguel de Icaza e Federico Mena, nell’agosto del 1997, con l’obiettivo di fornire un ambiente di sviluppo e desktop libero per il sistema operativo GNU/Linux, GNOME – grazie ai risultati ottenuti ed alla sua rapida crescita – è stato scelto come desktop environment ufficiale del progetto GNU.
Con il rilascio, in versione definitiva, della sua terza major release, GNOME compie un ulteriore passo avanti proponendosi con un look rinnovato ad alcuni concetti operativi “inediti”. La shell di GNOME 3.0 riduce la complessità visuale dell’interfaccia utente così da permettere agli utenti di concentrarsi sulle applicazioni che intendono impiegare.
I desktop virtuali diventano adesso parte integrante di GNOME 3.0 che propone una navigazione semplificata tra i vari “spazi di lavoro” ed offre la possibilità di ottenere un’anteprima di tutte le finestre ed i workspace con un semplice clic del mouse o la pressione di un singolo tasto.
La ricerca viene poi estesa alle applicazioni: basterà digitarne il nome o la categoria di appartenenza per avere la lista dei programmi immediatamente avviabili.
Portandosi sulla voce Activities, in alto a sinistra, GNOME 3.0 mostra una barra di avvio rapido sul lato sinistro dello schermo mentre sulla destra appare un’ulteriore barra che consente di spostarsi comodamente tra i vari “schermi virtuali” (una funzionalità che ricorda da vicino il comportamento di Exposé su Mac OS X o quello del plugin Scale per Compiz).
Oltre alla schermata per la scelta delle “finestre” c’è anche l’indicazione “Applications” che permette di avviare programmi e passare dall’uno all’altro.
Nel caso in cui non risultassero disponibili driver video 3D in grado di supportare le funzionalità di GNOME 3.0, il desktop environment attiverà automaticamente una “modalità fallback” che apparirà molto simile a GNOME 2.
Maggiori informazioi sono reperibili sul sito web del progetto.