Un gruppo di ricercatori inglesi ha annunciato di aver raggiunto una velocità di trasferimento dati pari a 10 Gbit/s utilizzando una connessione Li-Fi (Light Fidelity). Il termine Li-Fi fu utilizzato per la prima volta nel 2011 da Harald Haas, docente presso l’Università di Edimburgo, riferendosi ad una modalità di comunicazione che sfrutta lo spettro di luce visibile.
Haas spiegò di aver sfruttato una sola lampadina a led per trasmettere un video ad alta definizione. Il collegamento dati messo in piedi dal professore era pari a 10 Mbps ma già a suo tempo ipotizzò che l’asticella potesse essere presto posta almeno ad 1 Gbit/s.
Dopo i test recentemente effettuati da un gruppo di studiosi cinesi, il Li-Fi è tornato di grande attualità. La joint venture fra le università anglosassoni di Edimburgo, St. Andrews, Strathclyde, Oxford e Cambridge ha infatti permesso di raggiungere il traguardo impensabile appena fino a qualche mese fa: 10 Gbit/s.
Il trasferimento dei dati (in forma binaria) avviene facendo “lampeggiare” rapidamente una lampada LED: lo 0 corrisponde allo stato OFF, mentre 1 allo stato ON.
Grazie al Li-Fi qualunque lampada LED può trasformarsi in una sorta di trasmettitore wireless. Una soluzione che può essere adottata in quei luoghi dove l’impiego del WiFi (ad esempio aerei ed ospedali) è tutt’oggi vietato.
Principale svantaggio del Li-Fi? Per poter funzionare, il segnale luminoso trasmesso dalla lampada LED non deve incontrare alcun ostacolo sul suo cammino.