Lenovo non si ferma e dopo aver acquisito la divisione di IBM legata alla produzione di server x86 mette a segno un altro colpo di mercato: il colosso cinese ha infatti voluto mettere nel suo portafoglio anche Motorola Mobility, società che Google aveva fatto propria a ferragosto 2011.
La notizia è, ovviamente, di quelle che fanno il botto dal momento che Google si sbarazza di una proprietà che aveva pagato, a suo tempo, ben 12,5 miliardi di dollari. In cambio, dopo il passaggio di mano, Google dovrebbe ricevere da Lenovo una somma complessiva pari a 2,91 miliardi (660 milioni in contanti, 750 milioni sotto forma di quote azionarie e 1,5 miliardi come “nota di credito” a tre anni).
La differenza economica tra le due operazioni è notevole purtuttavia Google manterrà per sé tutta la proprietà intellettuale che aveva messo in cascina dopo l’acquisizione di Motorola Mobility. In altre parole, la società fondata da Larry Page e Sergey Brin continuerà a disporre di tutti quei brevetti Motorola che consentiranno all’azienda di proteggersi al meglio da vertenze legali avviate dalla concorrenza.
La manovra posta in essere da Lenovo è senza dubbio di grande interesse perché è destinata a modificare ulteriormente il mercato internazionale. L’azienda cinese, infatti, avrà la possibilità di sfruttare il marchio Motorola non solo “in patria” ma anche e soprattutto sugli altri mercati, a partire da quello nordamericano.
Secondo Strategy Analytics, il duo Lenovo-Motorola si assicurerebbe già il terzo posto assoluto fra i produttori di smartphone a livello mondiale. Dopo Samsung ed Apple, quindi, “Lenov-orola” potrebbe già superare LG e Huawei essendo accreditata di uno share già vicino all’11%.
L’acquisizione, comunque, dovrà come al solito superare l’esame dell’antitrust nei vari Paesi: solo allora potrà essere considerato davvero conclusa. E non si tratta di un passaggio scontato, soprattutto per Lenovo, che non è escluso possa incontare qualche ostacolo soprattutto dal punto di vista “politico”.
Secondo gli analisti, Google si sarebbe liberata di un bel “mal di testa”: la produzione di smartphone in proprio non è considerata un’attività di primaria importanza per la società di Mountain View che invece ha tutto l’interesse di tutelare al massimo e di promuovere il più possibile la piattaforma Android.
Google ha quindi voluto “rimettere le cose al loro posto” prendendosi quella ricca dote in termini brevetti che Motorola Mobility portava con sé e cedendo il resto. È lo stesso Larry Page a ricordarlo in una nota che fa il sunto dell’operazione appena condotta a termine.
Page apprezza il lavoro che è stato fatto, da parte di Motorola, sino ad oggi e ricorda le buone performance di prodotti come Moto G e Moto X. “Il mercato degli smartphone, però, è estremamente competitivo“, si smarca Page che osserva come il business di Motorola possa essere in futuro meglio sostenuto da una realtà qual è Lenovo. “In questo modo Google potrà concentrarsi sull’innovazione in seno all’ecosistema Android affinché possano trarne beneficio gli utenti Android di ogni parte del mondo“.
Il CEO di Google precisa che la vendita di Motorola Mobility a Lenovo non segna la volontà della sua società di abbandonare il segmento dei dispositivi mobili e dell’hardware in generale. L’azienda di Mountain View preferisce non interessarsi della produzione di smartphone ma continuerà ad investire, e molto, ad esempio, sui dispositivi indossabili.