Con una scelta che pone ben più di qualche interrogativo, molte star di Hollywood hanno deciso di intentare un’azione legale nei confronti di Google.
Secondo l’accusa, Google non starebbe reagendo in maniera tempestiva alla pubblicazione sul web delle “foto private” di attrici, modelle e dive a stelle e strisce. Quel materiale, sottratto dagli account Apple iCloud, sta infatti continuando a circolare in Rete.
Per questo motivo, lo studio legale che difende – fra le altre – anche Jennifer Lawrence, Kate Upton, Rihanna e Selena Gomez, tutte coinvolte nello scandalo battezzato “The Fappening“, ha chiesto a Google un risarcimento pari a 100 milioni di dollari se l’azienda di Mountain View non dovesse rimuovere da tutti i suoi servizi (ivi inclusi Blogspot, Drive, YouTube) il materiale personale delle dive, illegalmente immesso o ripubblicato da terzi.
Non solo. L’avvocato Marty Singer di Los Angeles (California), esige anche che Google rimuova dal suo motore di ricerca tutti i link facenti riferimento alle immagini delle star illecitamente sottratte e pubblicate online su altri servizi.
Nella lettera di diffida inviata a Larry Page, Sergey Brin ed Eric Schmidt – oltre che ai rappresentanti legali dell’azienda – l’avvocato Singer parla addirittura di “comportamento immorale” da parte di Google accusando i vertici del colosso statunitense di trarre profitto dalla pubblicazione di immagini che danneggiano ed umiliano le donne.
Secondo il legale, inoltre, mentre altre società – come Twitter – hanno risposto rapidamente accogliendo le richieste di rimozione, Google avrebbe invece fatto “orecchie da mercante”.
A questo punto, comunque, è attesa una risposta ufficiale da parte di Google che non può ignorare le pesanti accuse che sono state platealmente rivolte.
Un’eventuale vertenza a carico di Google, comunque, non farà altro che riaccendere l’attenzione su quel materiale che le star hollywoodiane intendono rimuovere.
In ogni caso, l’incidente che ha coinvolto le celebrità statunitensi ben evidenzia come l’adozione delle misure minime di sicurezza per la protezione dei propri account e della propria “identità digitale” sia un’esigenza sempre più pressante. Proteggere account personali (in questo caso iCloud), contenenti materiale privato ed informazioni sensibili, con password deboli è una pratica che espone a rischi enormi.
Nell’articolo Sicurezza account Google: come proteggersi dagli attacchi ci siamo concentrati sulla protezione degli account Google ma le indicazioni riportate hanno certamente valenza più generale.
Nel riquadro sottostante riportiamo il testo integrale della missiva recapitata a Google.
Per maggiori informazioni, suggeriamo la lettura dei seguenti articoli:
– Attacco ad Apple iCloud, foto personali sul web
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– Tim Cook, Apple: nuove difese contro il furto di dati
Aggiornamento: Un portavoce di Google, in risposta alle pretese avanzate dallo studio legale californiano, ci ha fatto pervenire il commento seguente: “Abbiamo rimosso decine di migliaia di foto – nell’arco di ore dalla richiesta – e abbiamo chiuso centinaia di account. Internet viene usato in moltissimi modi positivi: rubare le foto private della gente certo non è uno di questi“.