Dall’altro versante delle Alpi arriva una sanzione per Google. La Commission nationale informatiques et libertés (CNIL) francese ha infatti comminato un’ammenda pari a 100.000 euro al colosso di Mountain View. La decisione riguarda i dati personali che Google avrebbe raccolto, senza autorizzazione, durante gli spostamenti con le sue autovetture equipaggiate dell’apparecchiatura fotografica per scattare riprese a 360 gradi. La multa, però, non riguarda assolutamente il servizio Street View bensì fa riferimento alle informazioni raccolte dalle medesime autovetture transitando in prossimità di router ed access point wireless non protetti.
Il software installato nelle “Google cars” (che i portavoce della società hanno dichiarato essere stato da tempo definitivamente rimosso), infatti, non soltanto tracciava la posizione (annotazione delle coordinate GPS) degli “hotspot” e dei router wireless individuati nei dintorni, memorizzando anche SSID ed indirizzi MAC, ma effettuava anche un’attività di “sniffing” rilevando e salvando le informazioni trasmesse in quel preciso istante.
Google ha più volte voluto sottolineare che quanto accaduto è stato frutto di un errore e che non si è mai voluto “rastrellare” dati provenienti dalle reti Wi-Fi, tanto meno eventuali informazioni di carattere personale. “E’ chiaro che dalle nostre autovetture abbiamo acquisito per errore campioni di dati in transito su reti Wi-Fi aperte, non protette” aveva ammesso Google a metà maggio scorso scusandosi per l’accaduto ed aggiungendo di non aver mai fatto uso di tali dati: “le informazioni che abbiamo raccolto sono comunque solamente frammenti di dati: le nostre autovetture sono in movimento“.
Altre informazioni sull’accaduto sono disponibili in questo nostro articolo ed in questa pagina.
Le notizie in arrivo dalla Francia fanno riferimento ad un quantitativo di dati pari a 16,8 GB che Google avrebbe raccolto spostandosi, con le sue autovetture, tra vie cittadine e strade extraurbane. Secondo l’organismo francese che si occupa di tutela della privacy, tra le informazioni registrate vi sarebbero password per l’accesso a sistemi di messaggistica, dati di connessione per accedere a diversi siti, indirizzi della posta elettronica, ma anche messaggi di posta elettronica scambiati tra utenti.
La condanna scaturita in terra francese sembra apparire, per Google, come un fulmine a ciel sereno dal momento che – stando a quanto dichiarato – la società aspettava di ricevere le indicazioni per l’effettiva eliminazione dei dati raccolti. Da Google si spiega inoltre che i dati erano stati salvati in maniera da risultare illeggibili per tutti i dipendenti dell’azienda.
I legali di Google avranno tempo due mesi per ricorrere in appello rivolgendosi al Consiglio di Stato francese.