La sigla LTE (Long Term Evolution) indica la più recente evoluzione degli standard di telefonia mobile. Supportata da un numero limitato di dispositivi mobili, LTE è oggi la modalità di connessione più performante quando si è in mobilità.
Conosciuto anche con l’appellativo 4G, ritenuto prima valido solo commercialmente e poi maggiormente tollerato dall’ITU (International Telecommunication Union Radiocommunication Sector; ITU: WiMax e LTE un’evoluzione ma non sono “4G”), agenzia specializzata delle Nazioni Unite con sede a Ginevra, che si occupa della definizione degli standard utilizzati nelle telecomunicazioni, LTE è lo standard a cui guardano tutti i principali operatori di telefonia mobile in Italia.
Oltre ad ampliare sul territorio la copertura LTE, gli operatori di telefonia mobile stanno lavorando anche su LTE Advanced (nota anche come 4G Plus o 4G+) e sul successore 4G++.
Si tratta di una “corsa alla banda ultralarga” in mobilità che vede impegnati in una continua gara al rilancio tutti i principali operatori.
Sebbene, almeno sulla carta, con LTE si possa arrivare ad oltre 320 Mbps in downstream e 86 Mbps in upstream, le connessioni di questo tipo vengono generalmente commercializzate facendo riferimento ad una banda massima in download pari a 100 Mbps e 20/50 Mbps in upload.
LTE Advanced, d’altro canto, a patto di possedere un dispositivo compatibile (non tutti i device compatibili LTE sono poi compatibili LTE Advanced o 4G+/4G Plus), permette di ottenere performance ancora migliori (fino a 225 Mbps in downstream, in Italia) grazie alla cosiddetta carrier aggregation.
La tecnica detta carrier aggregation consiste nell’aggregare due bande di frequenza diverse tra quelle utilizzate per l’LTE (800, 1800 e 2600 Mhz).
La prossima “frontiera”, sarà il 4G++ che permetterà di superare i 300 Mbps attraverso la combinazione di tre bande.
Copertura LTE e LTE Advanced in Italia
Per verificare la copertura in modalità LTE e LTE Advanced, è possibile fare riferimento ai siti web dei vari operatori di telefonia mobile.
La più generosa in termini di dettagli è Vodafone, almeno allo stato attuale. Nella mappa che segue, infatti, è possibile scoprire le zone ove sono disponibili connessioni 4G (LTE) e 4G+ (LTE Advanced).
TIM mostra invece le aree raggiunte dal servizio in forma testuale: basta accedere a questa pagina per consultare l’elenco completo delle località raggiunte con la connettività LTE (4G) e LTE Advanced (indicata come 4G Plus).
Ancora più generiche, per il momento, le informazioni sulla copertura pubblicate online da Wind e 3 Italia.
Nell’articolo Cosa significano le icone GPRS, E, 3G, H, H+, LTE sugli smartphone abbiamo spiegato cosa sono le icone che vengono visualizzate dallo smartphone una volta che si attiva la connessione dati.
Dispositivi mobili compatibili LTE
Se osservando le specifiche del dispositivo mobile, questo viene indicato come di categoria 4, significa che esso è compatibile LTE; se di categoria 6, esso è compatibile LTE Advanced.
Come si vede in tabella, infatti, i dispositivi di categoria 4 consentono di raggiungere fino a 150 Mbps in downstream e 50 Mbps in upstream; quelli di categoria 6, 300 Mbps in downstream e 50 in upstream.
I device dalla categoria 6 alla categoria 8 sono LTE Advanced.
C’è comunque un altro importante aspetto da considerare quando si volesse verificare la compatibilità LTE o LTE Advanced di un dispositivo mobile.
Affinché tale dispositivo possa connettersi alle reti mobili degli operatori italiani (che lavorano sugli 800, 1.800 e 2.600 MHz) è indispensabile che siano stati prodotti con un modulo radio capace di usare le frequenze “nostrane”.
Uno smartphone od un phablet LTE/LTE Advanced, per essere compatibili con le reti mobili italiane debbono poter supportare le reti WCDMA 900/2100 MHz e FDD-LTE 800MHz/1800MHz/2600MHz. In questo modo si potrà attivare con successo una connessione dati lungo l’intero Stivale, sia in modalità 3G che in modalità 4G.
Si tratta, questo, di un aspetto non di poco conto se si considera che molti italiani usano spesso acquistare dispositivi mobili cinesi che poi si rivelano di fatto inutilizzabili per connettersi alle reti mobili in banda larga ed ultralarga nel nostro Paese.
Prima di acquistare un nuovo smartphone od un tablet, il nostro consiglio è di esaminarne con attenzione le specifiche tecniche e verificarne la piena compatibilità con le reti WCDMA 900/2100 MHz e FDD-LTE 800MHz/1800MHz/2600MHz.
Analoga verifica dev’essere effettuata nel caso in cui s’intendesse acquistare un router LTE/4G. Tali dispositivi accolgono una normale scheda SIM e consentono di accedere alla rete Internet, ad alta velocità, appoggiandosi alle reti mobili degli operatori di telefonia, ovunque ci si trovi.
I router LTE/4G possono quindi rivelarsi ottimi strumenti per condividere la connessione mobile tra più dispositivi tradizionali (l’accesso è garantito via WiFi e talvolta anche mediante una o più porte ethernet RJ-45) oppure possono essere utilizzati nei luoghi in cui l’accesso alla banda larga da postazione fissa risulta più problematico.
A tal proposito, suggeriamo la lettura dei seguenti articoli:
– Internet ADSL con o senza Telecom: come scegliere il provider
– Scegliere il provider Internet, alcuni suggerimenti
– Come aumentare la velocità di upload in ottica cloud
L’unico problema, come evidenziato nei vari articoli, consiste nella soglia di traffico imposta mensilmente da ogni operatore mobile. Diversamente da quanto accade con le normali connessioni in fibra ottica, ADSL o WiMAX/HiperLAN, che tipicamente consentono di trasferire in upload e download, quantitativi virtualmente illimitati di dati, gli operatori mobili fissano un’asticella che di solito non va più in alto di 1, 2, 4 o 7 GB mensili. Con particolari abbonamenti si può talvolta arrivare fino a 20 GB mensili. Considerando che solo il file ISO di Windows 10, ad esempio, pesa all’incirca 3 GB, è immediato concludere che gli abbonamenti dati 3G/LTE/LTE Advanced – nonostante le velocità da primato – non possano essere considerati come sostituti dell’accesso da postazione fissa.
Ecco perché, ad esempio, nell’articolo Come ridurre il traffico dati su Android, abbiamo spiegato come essere parsimoniosi nell’invio e nella ricezione di dati dal proprio dispositivo mobile, indipendentemente dal piano tariffario attivato.