L'iPhone nacque per mettere in difficoltà Microsoft

Scott Forstall, ex dirigente Apple, racconto com'è nato l'iPhone. La storia è già nota grazie alla biografia di Steve Jobs curata da Walter Isaacson ma Forstall recupera l'aneddoto aggiungendo qualche particolare.

Non è propriamente una novità l’episodio raccontato da Scott Forstall, vicepresidente della divisione software per il progetto iPhone fino al 2012, ora ex dipendente di Apple.
L’aneddoto è comunque interessante perché Forstall ci è tornato sopra proprio in questi giorni, nel corso di un evento svoltosi in California e organizzato dal Computer History Museum.

Innanzi tutto Forstall conferma che l’iPad sarebbe arrivato prima sul mercato (Apple ci stava lavorando da tempo) rispetto all’iPhone. Se non fosse stato per un dirigente Microsoft.


Che c’entra Microsoft? Forstall spiega che ogni tanto Steve Jobs colloquiava con questo manager del colosso di Redmond: “lo disprezzava a tal punto che ogni volta che rientrava dopo essersi confrontato con il manager Microsoft si mostrava palesemente arrabbiato“.

Il nome del manager Microsoft non viene mai citato ma a quanto sembra pare fosse un amico della moglie dell’indimenticato e indimenticabile “numero uno” di Apple, Laurene Powell Jobs.

In una scenetta di fantozziana memoria, dopo essere stato costretto a cenare per la decima volta con il manager della rivale Microsoft, Jobs perse la pazienza.
Il dirigente Microsoft, infatti, continuava a ripetere che la sua società avrebbe rivoluzionato il mondo con il lancio di un tablet dotato di penna digitale e che Apple avrebbe dovuto semplicemente acquistarne i diritti di licenza.


Tornato in ufficio, Jobs avrebbe così sbottato – come d’altra parte è scritto nella biografia curata da Walter Isaacson -: “freghiamocene e mostriamo loro (a Microsoft, n.d.r.) come può davvero essere un tablet“.
Da qui, dall’episodio con il dirigente Microsoft, nacque il primo Apple iPhone.

Nonostante oggi gli iPad possano essere usati con un pennino, Apple odiava le penne digitali: “non bisogna per forza usarle, siamo nati con le penne, ne usiamo 10 al giorno“, diceva.

Jobs era poi sicuro che i tablet fossero, già allora, ormai vecchi e vedeva nei telefoni intelligenti (che poi si sarebbero chiamati smartphone) un’opportunità interessantissima per fare business.

E Jobs avrebbe detto a Forstall: “pensi che si possa recuperare tutto il lavoro che abbiamo svolto sul tablet per creare un dispositivo più piccolo che possa stare nella tasca?“. E ancora “Sospendiamo il lavoro sul tablet e concentriamoci sul telefono“. Ed è stato ciò che Apple fece. Mai mossa fu più azzeccata.

L’iPhone originale (correva l’anno 2007), spiega Forstall, non fu accolto calorosamente perché il metro di paragone era completamente diverso rispetto a quello odierno in un mondo allora popolato dai dispositivi BlackBerry e Nokia. Intanto, però, Apple stava cambiando radicalmente il paradigma e i risultati, come tutti sappiamo, sono stati incredibili.

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