La decisione di Apple di passare definitivamente all’architettura ARM per i propri processori abbandonando la storica collaborazione con Intel ha fatto tanto rumore: Apple: addio ai processori Intel. Per i nuovi Mac verranno usati SoC ARM.
Alcuni esperti ritengono addirittura che la massimizzazione degli investimenti sui SoC ARM sia la strada che Microsoft e gli altri produttori software devono perseguire per continuare a restare competitivi rispetto al gigante di Cupertino.
A sostenere questa tesi è l’ex capo della divisione Mac di Apple, Jean-Louis Gassée, che crede che i SoC Apple della serie A basati su ARM offriranno prestazioni sempre maggiori e saranno contraddistinti da consumi energetici ridotti ai minimi termini.
Per Gassée processori come quelli basati su ARM porranno Apple in una condizione privilegiata facendo apparire l’architettura x86 “quello che è veramente: vecchia“.
Gassée è un professionista conosciuto e rispettato che ha da sempre avuto grande voce in capitolo. In termini di efficienza i chip basati sull’architettura ARM hanno dimostrato negli anni di essere in grado di fornire un valore aggiunto. Ed è altrettanto vero che le loro prestazioni sono migliorate notevolmente tanto che il SoC A12Z dell’iPad Pro 2020 e il Mac Mini Developer (il dispositivo che possono acquistare gli sviluppatori su piattaforma macOS interessati a rendere compatibili le loro applicazioni con i nuovi SoC ARM) sarebbero già in grado di superare le performance di un MacBook Pro “tradizionale”.
Pensare che fino a qualche anno fa sarebbe stato impossibile individuare un chip ARM in grado di superare un processore integrato in un notebook ad alte prestazioni come il MacBook Pro. Sicuramente un ottimo risultato considerando soprattutto che il SoC ARM di Apple è contraddistinto da un TDP di soli 18W con un costo di produzione molto più basso rispetto alle controparti basate su x86.
Secondo Gassée l’architettura ARM e i SoC Apple sono insomma l’opzione migliore per il futuro in termini di prestazioni, autonomia e temperature di lavoro. L’ex di Apple ha riconosciuto che al momento le performance del SoC A12Z sono ancora ampiamente utilizzabili ma ha spiegato che questo è dovuto all’impatto che ha lo strato di emulazione di Rosetta 2 ed è convinto che migliorerà nel tempo.
Questi miglioramenti, insieme con lo sviluppo delle future architetture, sostituiranno gradualmente l’architettura x86, soprattutto sul mercato dei notebook, sempre stando a quanto sostiene Gassée che preconizza come sia Microsoft che i grandi OEM non avranno altra scelta se non quella di rafforzare il loro impegno sulla piattaforma ARM se vogliono aspirare a offrire prodotti con lo stesso valore di Apple in termini di prestazioni, autonomia e temperature di lavoro.
Microsoft ha pensato già da tempo di affiancare alla sua offerta più tradizionale anche Windows on ARM, sistema operativo che funziona senza problemi con questa architettura ma che a tutt’oggi presenta ancora alcune limitazioni che, insieme all’elevato costo delle apparecchiature basate su questa configurazione, ne hanno ostacolato la sua affermazione.