Dopo aver conquistato, con la sua architettura, il mercato dei dispositivi mobili, ARM vuole spostare la sua attenzione anche sul segmento più propriamente business.
Intel ha di fatto sollevato bandiera bianca per ciò che riguarda la realizzazione dei SoC per device mobili tanto che ha siglato uno storico accordo con ARM (che offre in licenza la possibilità di usare la sua architettura a vari produttori, si pensi a Qualcomm e Mediatek): Intel realizzerà anche processori ARM: i dettagli).
La società inglese, da parte sua, ha da poco comunicato l’intenzione di migliorare le specifiche ARMv8-A inserendovi una serie di estensioni scalabili appositamente orientate alla realizzazione di processori vettoriali.
I processori vettoriali sono ampiamente usati nelle applicazioni scientifiche e sono spesso il cuore dei supercomputer fin dagli anni ottanta. Anziché utilizzare la tecnica della pipeline limitatamente alle istruzioni, i processori vettoriali la impiegano anche sugli stessi dati.
Così facendo, un processore vettoriale può elaborare una stessa istruzione, in parallelo, su un grosso lotto di dati, senza la necessità di decodificare ogni singola istruzione dalla memoria.
ARM ha aggiunto al set di istruzioni ISA (a 64 bit) dell’architettura ARMv8-A una serie di istruzioni per ottimizzare l’esecuzione delle operazioni, da 128 a 2048 bit oppure per segmentare le operazioni da 2048 bit in più frammenti gestibili dai processori meno potenti.
Il tutto senza bisogno di riscrivere o ricompilare il codice dell’applicazione.
L’approccio scalabile presentato da ARM per i processori vettoriali ambisce a configurare l’offerta dell’azienda inglese come valida alternativa sui sistemi HPC (high-performance computing).
Fujitsu, la prima azienda a collaborare con ARM per i primi test, sarà verosimilmente la prima a presentare un supercomputer costruito usando l’architettura della società anglosassone.