Mentre Oltreoceano si parla di provvedimenti diametralmente opposti, il Parlamento Europeo sta per approvare una normativa che non soltanto obbligherà, ove possibile, all’attivazione della crittografia end-to-end da parte dei provider dei servizi ma anche a impedire l’attivazione di qualunque backdoor.
Finalmente la crittografia viene ritenuta uno strumento essenziale per la sicurezza dei cittadini e delle informazioni personali. La crittografia end-to-end permette di creare un canale di collegamento sicuro tra gli interlocutori evitando che qualunque soggetto posto nel mezzo della comunicazione non possa in alcun modo risalire ai dati “in chiaro”.
Online si scambiano informazioni riservate che possono essere utilizzate da parte di terzi per sferrare attacchi mirati, estremamente efficaci.
Ecco perché la crittografia end-to-end non può più essere un optional.
L’Europa vuole quindi non soltanto garantire la sicurezza delle transazioni online ma anche assicurare gli utenti che non possano esistere backdoor attivate dagli sviluppatori per consentire l’accesso a soggetti terzi, autorità e forze di polizia comprese.
Il provvedimento legislativo non è stato ancora approvato quindi non è escluso che alcune restrizioni possano essere rese meno severe.
Dopo il via libera italiano ai “trojan di Stato” (I captatori informatici alias trojan di Stato sono una realtà: di cosa si tratta), la via imboccata in sede europea sembra essere – almeno per adesso – quella giusta.