La spesa IT tornerà a crescere. Ne sono convinti gli analisti di Gartner che spiegano come oggi non sia in calo la domanda ma, più semplicemente, si registri una flessione dei prezzi. L’inversione di tendenza sarà evidente non appena gli investimenti sul versante “Internet delle cose” diverranno più importanti.
Con l’espressione Internet delle cose (in inglese Internet of Things o IoT) si fa riferimento a quegli oggetti di utilizzo comune (si pensi ad un normale frigorifero) che acquisiscono una sorta di intelligenza artificiale grazie al software precaricato ed alla disponibilità della connessione di rete. Un mercato tutto nuovo ma allo stesso tempo estremamente promettente, oggetto anche di un recente studio del Politecnico di Milano: Internet delle cose: in Italia 6 milioni di oggetti intelligenti.
Internet delle cose significa che gli oggetti si rendono vicendevolmente riconoscibili ed acquisiscono intelligenza grazie alla possibilità di comunicare l’uno con l’altro. Tutti gli oggetti d’uso comune possono potenzialmente entrare a far parte della partita: basta ad esempio applicare etichette RFID od altri dispositivi di comunicazione capaci di colloquiare con router WiFi e smartphone. L’idea è quella di assegnare un’identità elettronica alle cose ed ai luoghi dell’ambiente fisico.
Nella vita di tutti i giorni, una sveglia può trasformarsi in un oggetto intelligente in grado di suonare prima nel caso in cui sulle strade dovesse esserci più traffico del solito; un vaso può allertare l’utente nel momento in cui sia necessario annaffiare le piante; la confezione di un farmaco può automaticamente ricordare quando è il momento di assumere una medicina; le scarpe da ginnastica possono elaborare un resoconto dell’attività sportiva giornaliera indicando velocità medie, lunghezza dei percorsi ed itinerari seguiti; un frigorifero può avvisare quando alcuni cibi scarseggiano o si stanno avvicinando alla data di scadenza…
Gli strumenti che sono utilizzati dagli assistenti digitali come Google Now ed Apple Siri per reperire informazioni aggiornate in tempo reale, attraverso un collegamento di rete, possono essere impiegati per qualsivoglia altra applicazione.
I principali domini applicativi ed ambiti operativi interessati dallo sviluppo della IoT sono molteplici anche se in primis non è possibile non citare la domotica, il monitoraggio a livello industriale, la telemetria e le smart cities.
Stando ad una ricerca condotta dagli esperti di Fortinet fra gli utenti individuali in ben 11 Paesi, i cinesi sarebbero i più ottimisti per ciò che riguarda l’utilità e le opportunità offerte dall’Internet delle cose (84% degli intervistati).
Gli italiani sono un po´ meno entusiasti con un 55% degli intervistati che ritengono l’IoT possa portare concreti benefici nel giro di qualche anno.
Le riserve, infatti, riguardano soprattutto gli aspetti legati a privacy e sicurezza. Il 70% degli utenti, infatti, ritiene che – senza un’adeguata protezione – i dati possano essere utilizzati da altre aziende per trarne profitto o dagli stessi governi per controllare le abitudini e le preferenze dei cittadini.