Linux Foundation e LiMo Foundation hanno pubblicato una nota congiunta per annunciare il lancio di Tizen, un nuovo sistema operativo opensource destinato ai dispositivi mobili. La piattaforma così come i framework destinati agli sviluppatori saranno costruiti utilizzando esclusivamente tecnologie che poggiano su standard per il web ormai conclamati. Sul sito di Tizen, appena varato (è possibile fare riferimento a questo indirizzo), vengono citate sia Intel che Samsung, entrambe impegnate sul progetto.
La nuova piattaforma è destinata a colmare il vuoto lasciato dal flop di MeeGo, progetto che è stato presentato congiuntamente, l’anno scorso, da Intel e Nokia ma che sembra ormai definitivamente messo nel cassetto dopo la decisione della società finlandese di svoltare, in modo deciso, verso Microsoft Windows Phone 7.
Già all’inizio del mese erano cominciate a diffondersi le prime indiscrezioni di un abbandono della piattaforma MeeGo da parte di Intel con l’intento di spostarsi rapidamente verso altri “lidi”. Il colosso guidato da Paul Otellini aveva smentito le “voci di corridoio” confermando l’interesse in MeeGo. Stanotte, però, Imad Sousou (Intel) ha rivelato la fase di transizione verso Tizen sul blog ufficiale di MeeGo (ved. questa pagina). Sousou spiega che i nuovi piani, volti allo sviluppo di un ambiente “mobile” basato sulle nuove specifiche di HTML5, ha imposto un deciso cambio di rotta. E non crede che MeeGo si sia così evoluto da assolvere ai requisiti imposti dalla nuova “visione”. “Nei prossimi mesi lavoreremo alacremente per fare in modo che gli utenti di MeeGo possano agevolmente passare a Tizen“, ha aggiunto.
Non è però del tutto chiaro se Tizen sia destinato a segnare un nuovo inizio, una nuova “era” oppure sia semplicemente una sorta di ridenominazione per evidenziare l’anima di un progetto che farà a meno di Nokia.
Non è dato sapere, poi, come Tizen si “amalgamerà” con i futuri prodotti a marchio Samsung. Nei desideri della società coreana potrebbe esservi quello di creare un ecosistema unificato per i suoi dispositivi discostandosi via a via da Android, dopo l’acquisizione di Motorola Mobility messa a segno da Google.