Intel ambisce a diventare una grande fonderia aperta a qualsiasi progettista di chip: non realizzerà più processori per se stessa ma si attrezzerà per produrre per conto terzi anche dispositivi basati su architettura ARM e RISC-V.
Secondo quanto dichiarato in queste ore Intel sarà in grado di proporre il suo processo costruttivo a 20Å (angstrom) equivalenti a 2 nm già nel 2024 per poi passare a 18Å già l’anno seguente.
Per iniziare con il piede giusto, però, Intel ha bisogno di clienti e la prima società che le dà fiducia è Qualcomm.
L’azienda guidata da Cristiano Amon si appoggerà a Intel Foundry Services per portare negli Stati Uniti la produzione dei suoi futuri chip a 20Å che useranno le nuove tecnologie RibbonFET e PowerVia.
Si tratterà inoltre di SoC prodotti con i processi EUV (luce ultravioletta estrema) che Intel utilizzerà a partire dall’anno prossimo.
Il passaggio al nodo a 20Å permetterà a Qualcomm di ridurre ancora e in modo significativo il consumo energetico dei suoi SoC destinati ai dispositivi mobili.
Amazon AWS sarà un altro cliente Intel “della prima ora”: diversamente rispetto a Qualcomm, l’azienda di Jeff Bezos utilizzerà i chip prodotti grazie al supporto di Intel Foundry Services all’interno dei suoi data center per la fornitura di servizi cloud a professionisti e imprese.
La società di Pat Gelsinger ha messo nero su bianco l’ambiziosa volontà di porsi di una condizione di leadership rispetto a TSMC e Samsung già entro fine 2025.
Si crea così uno schieramento che vede Qualcomm allearsi con Intel mentre dall’altro abbiamo TSMC e Samsung che hanno supportato e continuano a supportare le dirette rivali di Intel ovvero AMD e NVidia nella produzione dei rispettivi chip.
Gelsinger ha commentato che sono state già spese molte ore per confrontarsi dal punto di vista tecnico con i primi due clienti e con molti altri soggetti lasciando intendere che il progetto di Intel convince.