The Pirate Bay va oscurato. Il sito, da tempo nell’occhio del ciclone, non potrà più essere raggiungibile dal nostro Paese. E’ quanto ha deciso il Tribunale di Bergamo allineandosi alla sentenza 49437 della Cassazione, pubblicata lo scorso mese di dicembre. La Corte di Cassazione ha infatti sancito la “sequestrabilità” di quei siti Internet, anche stranieri, che offrano strumenti atti a facilitare la diffusione di opere protette da copyright senza averne diritto.
L’autorità giudiziaria, spiegò la Cassazione, ha poi potere inibitorio di ordinare ai provider Internet la preclusione “dell’accesso alla rete informatica Internet al solo fine di impedire la prosecuzione” della violazione del diritto d’autore. Ciò significa che “il giudice può disporre il sequestro preventivo del sito web il cui gestore concorra nell’attività penalmente illecita di diffusione nella rete Internet di opere coperte da diritto d’autore, senza averne diritto, richiedendo contestualmente che i provider del servizio di connessione Internet escludano l’accesso al sito al limitato fine di precludere l’attività di illecita diffusione di tali opere“.
Ed ecco quindi che da ieri è stata avviata la procedura di notifica ai vari fornitori di accesso Internet che saranno tenuti ad inibire l’accesso a The Pirate Bay.
Alcuni osservatori si chiedono quanto possa essere utile un provvedimento che non impedisca in toto la fruibilità di un servizio in Rete (si cita ad esempio l’uso di server DNS stranieri, come il famoso “OpenDNS” o quelli di Google, sui quali non saranno applicati i filtri adottati dai provider italiani).
I fondatori di The Pirate Bay – Frederik Neij, Peter Sunde e Gottfrid Svartholmmen, insieme con Carl Lundström (quest’ultimo il principale finanziatore del progetto) – sono stati già ritenuti, in Svezia, ritenuti colpevoli di violazione di copyright ad aprile scorso. Il giudice del tribunale di Stoccolma condannò i quattro ad un anno di carcere a testa oltre al pagamento di 30 milioni di corone pari all’incirca a 2,7 milioni di euro di risarcimento danni. Il processo di appello, diversamente da quanto inizialmente programmato, è stato rinviato. Ad ottobre scorso era arrivata una nuova bordata dall’Olanda: la corte del tribunale di Amsterdam ordinò agli amministratori di The Pirate Bay di eliminare tutti i “link” facenti riferimento a materiale soggetto a copyright.