Non soltanto chi lavora sul web ma anche chi gestisce un sito web a livello amatoriale è bene ponga particolare attenzione alla sorgente da cui si scaricano foto e immagini.
Immagini gratis non sono ad esempio quelle che è possibile trovare con il servizio Google Images tant’è vero che Google, in calce a ogni schermata riporta il messaggio Le immagini possono essere soggette a copyright.
Nella pagina di supporto “Che cos’è il copyright?” Google è piuttosto avara di dettagli specificando che in alcune circostanze è possibile utilizzare un’opera protetta da copyright senza violare il diritto d’autore per il principio del fair use.
È molto complesso stabilire se l’utilizzo di un lavoro altrui (quindi, per esempio, una foto o un’immagine) rientrino fair use.
Va detto che per la legislazione italiana una foto dotata di valore artistico e di creatività è opera fotografica nel momento in cui essa stessa viene creata. L’opera fotografica gode oggi della massima protezione: per tutta la vita dell’autore e addirittura 70 anni dopo la sua morte. Una fotografia come mera riproduzione, invece, non è considerabile un’opera fotografica ma è comunque tutelata per 20 anni dal momento in cui essa è stata creata (diritto “connesso” di autore).
In vari casi la giurisprudenza ha stabilito quali creazioni debbono essere riconosciute come opere fotografiche (si pensi alla foto di qualunque individuo in cui il fotografo abbia usato una combinazione di parametri e caratterizzazioni espressive tali da attribuire massima originalità all’immagine).
La legge sul diritto d’autore prevede che le fotografie semplici, che quindi non abbiano i cosiddetti requisiti di originalità e non possano essere considerate opere fotografiche, sono utilizzabili da terzi se prive delle prescritte indicazioni (data e nome del fotografo) salva la malafede dell’utilizzatore a danno dell’autore.
Nel caso di foto scattate in proprio che raffigurino soggetti terzi, la diffusione online è possibile se e solo se gli individui rappresentati si trovavano in luogo pubblico (si pensi al caso di un attore ritratto durante un evento cui tutti possono partecipare) oppure se si fosse correttamente raccolto il consenso in caso di foto acquisite, per esempio, in residenze private.
Sul servizio Google Immagini è quindi possibile non soltanto trovare immagini protette da copyright ma anche materiale che è stato pubblicato da terzi senza averne diritto. Google è stata più volte ritenuta non responsabile delle condotte altrui: in altre parole la società di Mountain View agisce come un motore di ricerca che favorisce l’accessibilità alle immagini caricate sulle pagine web, a livello mondiale, ma non può distinguere quali immagini sono state caricate online o condivise con il permesso dell’autore e per quali l’utilizzatore si è comportato in maniera scorretta.
La legge 2/2008 e il successivo decreto attuativo consentono oggi anche la libera pubblicazione attraverso la rete Internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate (non oltre i 72 punti per pollice; apposizione di marchi o scritte, alterazione della qualità visiva), per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro.
Come suggerimento generale è quindi bene porre attenzione alle modalità con cui un’immagine è pubblicata e distribuita in rete.
Esistono servizi che si offrono di tutelare i diritti dei fotografi ed effettuano una scansione del web alla ricerca di immagini soggette a copyright pubblicate senza l’autorizzazione degli autori.
Questi servizi impiegano crawler sviluppati autonomamente e meccanismi di controllo basati sull’intelligenza artificiale in grado di rilevare anche immagini derivate dal lavoro originale.
Aziende specializzate stipulano un contratto con fotografi e agenzie occupandosi della verifica dell’utilizzo non autorizzato delle immagini e dell’invio delle richieste di acquisizione delle licenze o, in seguito, di risarcimento danni.
Di solito viene inviata dapprima un’email che a una prima sommaria analisi può apparire come un messaggio di spam. Nel caso in cui questa fosse ignorata, la società impegnata a tutelare i diritti altrui inizia a inviare comunicazioni in forma semplice o raccomandate appoggiandosi a studi legali italiani.
Ovviamente eventuali richieste vanno valutate caso per caso verificando se esse abbiano o meno fondamento.
Pixabay è un servizio, ad esempio, che mette a disposizione foto di qualità sotto licenza CC0 (Creative Commons CC0). Ciò significa che, secondo quanto stabilito da questa particolare tipologia di licenza (com’è possibile verificare in questa pagina), le immagini sono gratis e possono quindi copiate, modificate, distribuite e utilizzate, anche a fini commerciali, senza chiedere alcun permesso e senza attribuzione (quindi senza citare in alcun modo l’autore); vedere anche Immagini salvate: dove trovarle in locale e online.
È però capitato che alcuni utenti – dopo aver utilizzato alcune immagini tratte da Pixabay – si siano visti recapitare contestazioni da parte delle aziende specializzate che abbiamo citato in precedenza (vedere ad esempio qui e qui).
Talvolta accade che la foto sia stata pubblicata su Pixabay da utenti non aventi titolo oppure che l’autore le abbia erroneamente indicate altrove come protette dal copyright.
In questi casi il consiglio migliore è inviare il link facente riferimento a Pixabay alla società che ha inviato la contestazione indicando che la foto in questione è distribuita sotto licenza CC0.
Fonti:
– Fotografie ed immagini: violazione del diritto d’autore (a cura dell’Avv. Niccolò Poggi)
– Guida sintetica sull’utilizzo a fini didattici di materiali protetti dal diritto d’autore (Università di Bologna)
– Legge sul diritto d’autore