Il problema della frammentazione del sistema operativo è una carta che Apple da tempo gioca per mettere in cattiva luce la rivale Google con il suo Android.
Con una nota pubblicata sul suo sito web, Apple ha sottolineato come il problema frammentazione (tante versioni del sistema operativo simultaneamente in circolazione) non esista in casa iOS. Stando ai dati diffusi dalla Mela il 93% degli utenti farebbero uso di un dispositivo aggiornato ad iOS 6, la versione più recente del sistema operativo Apple. Solamente il 6% degli utenti utilizzerebbe iOS 5 mentre appena l’1% una versione precedente del sistema operativo (qui i dati ufficiali).
Ben diversa la situazione di Android. La versione più popolare del sistema operativo supportato da Google non è la più recente ma è ancor’oggi “Gingerbread” (versione 2.3.x), lanciato tra dicembre 2010 e febbraio 2011, con il 36,4% del totale. “Jelly Bean” 4.1.x è installato sul 29% dei dispositivi in circolazione mentre la più recente 4.2.x sul 4% dei device (“Jelly Bean” è stato rilasciato tra i mesi di luglio e novembre 2012).
Molto utilizzato, in terza posizione, anche “Ice Cream Sandwich” (versioni 4.0.x) – la versione del sistema operativo rilasciata a dicembre 2011 – che si attesta sul 25,6% (i dati sono consultabili a questo indirizzo).
Se da un lato, quindi, Android viene installato su un numero sempre più ampio di dispositivi, non tutti i vendor sono però attivi, in egual misura, per quanto riguarda la distribuzione degli aggiornamenti per la piattaforma targata Google. Dal momento che le differenze tra un produttore e l’altro sono notevoli, l’aspetto legato alla tempestiva veicolazione degli update potrebbe diventare un parametro sempre più determinante nella scelta di un dispositivo mobile piuttosto che di un altro.
Gli analisti auspicano che il problema della frammentazione di Android venga trattato adeguatamente dai vari produttori di smartphone e tablet. È comunque immediato accorgersi di come siano i prodotti della linea Nexus quelli che, nel corso del tempo, vengono di solito mantenuti aggiornati all’ultima versione mediante la distribuzione di update.
D’altra parte i produttori di smartphone e tablet che non si chiamino Google non sono sufficientemente incentivati a mantenere i loro dispositivi il più possibile aggiornati.
Più facile la vita per gli sviluppatori di applicazioni Apple che non debbono preoccuparsi di verificare il corretto funzionamento delle loro “creazioni” su un nutrito numero di dispositivi o, meglio, su una vasta schiera di possibili versioni del sistema operativo.