In questi giorni Apple festeggia una ricorrenza storica: era il 9 gennaio 2007 quando un indimenticato e indimenticabile Steve Jobs si presentò sul palco del Macworld Conference & Expo presso il Moscone Center di San Francisco affermando “oggi faremo la storia insieme“. La presentazione dell’epoca, davvero emozionante, si può trovare su YouTube.
Dopo aver travolto l’industria musicale con i suoi iPod, Jobs si apprestava a lanciare sul mercato il primo iPhone della storia di Apple, azienda che da allora diventò a tutti gli effetti una realtà impegnata nel segmento “mobile”.
Le indiscrezioni si susseguivano ormai da mesi e in occasione dell’evento di 16 anni fa il CEO della Mela tolse il velo da quello che è universalmente considerato come il dispositivo hardware più redditizio della storia, un tassello essenziale per Apple che le ha permesso di diventare oggi un’impresa da 2.000 miliardi di dollari di capitalizzazione.
L’iPhone ha rivoluzionato l’industria delle telecomunicazioni e in generale l’intera industria tecnologica mondiale con la rivista Time che nominò lo smartphone Apple come “invenzione dell’anno“.
Sebbene il sistema operativo Android fosse in corso di sviluppo fin dal 2003 il primo dispositivo arrivò sul mercato soltanto nel mese di ottobre 2008: si trattava dell’HTC Dream.
Il successo fatto registrare dall’iPhone ispirò i produttori di tutto il mondo che presentarono centinaia di modelli basati sul robottino verde (tanto che oggi Android è il sistema operativo più diffuso sui dispositivi mobili).
Fu però l’iPhone a dare impulso all’era della mobilità nella quale ancora oggi ci troviamo e anzi sulla quale si sta puntando sempre di più.
Apple iPhone mise alle corde i grandi produttori come Nokia, Motorola e RIM-BlackBerry che fino ad allora avevano dominato il mercato e non sono stati più in grado di tenere il passo.
Com’era il primo iPhone
Per il suo primo iPhone Apple optò per un dispositivo piccolo nelle dimensioni ma grande nelle funzioni e nel software, capace di aggiungere alle tipiche chiamate vocali e all’invio di SMS l’accesso ai servizi Internet, come la possibilità di navigare sul Web e consultare la posta elettronica, oltre alla possibilità di scattare foto e riprodurre musica. Tutto questo poteva già essere fatto con altri dispositivi ma l’iPhone ha unito il tutto come nessun altro aveva mai fatto prima di allora.
Il display del primo iPhone della storia era un LCD touch capacitivo con una diagonale di 3,5 pollici e una risoluzione nativa di 320 x 480 pixel.
Disponeva di un processore single-core e di memoria RAM pari a soli 128 MB; quanto allo storage interno la versione con 4 GB fu venduta solo per pochi mesi puntando sui modelli da 8 e 16 GB. Il prezzo base era di 499 dollari.
Anche se oggi è un oggetto da collezione difficile da trovare, il primo iPhone è facilmente riconoscibile per il suo dorso diviso in due parti: la porzione superiore in alluminio, quella inferiore in plastica nera. Quest’ultima ospitava le antenne per la connessione alle reti mobili GSM quad-band con tecnologia EDGE e la connettività WiFi.
Più importante del suo design e dell’hardware era il suo sistema operativo e il modo con cui gli utenti potevano interagirvi: si chiama iPhone OS, poi rinominato in iOS, e la sua interfaccia era pensata perché gli utenti potessero intervenire in modo diretto su cursori, interruttori e pulsanti utilizzando anche gesti multi-touch.
E per quanto concerne le applicazioni? Sull’iPhone OS di quel tempo non era possibile usarne più di 15, quelle fornite “di serie” da Apple.
Jobs non si dichiarò disposto, almeno in un primo tempo, ad accettare l’installazione di app realizzate da soggetti terzi ma in seguito fu annunciato comunque un kit di sviluppo che fu il preludio dell’App Store.
Oggi l’App Store è il negozio di app più redditizio in assoluto che nonostante le iniziali ritrosie di Jobs si è rivelato una parte essenziale del business multimiliardario di Apple nel settore mobile. Basti pensare che se ciò che sta dietro l’App Store fosse stato gestito da un’azienda indipendente essa si posizionerebbe tra le prime cinquanta della classifica Fortune 500 per fatturato.
L’App Store aprì i battenti il 10 luglio 2008, con 500 applicazioni. Oggi il negozio online di Apple offre oltre 3,5 milioni di applicazioni facendo evidenziare una crescita marcata ogni anno che passa.
Curiosità e aspetti meno conosciuti legati al lancio dell’iPhone
La presentazione del primo iPhone è arrivata a distanza di soli due giorni dal discorso di Bill Gates al CES 2007.
Gates presentò Windows Vista, sistema operativo che si rivelò poi fallimentare per Microsoft nonostante alcune idee di fondo fossero buone, ribadendo il “ruolo centrale dei PC“. Il vento di cambiamento, come dimostrano anche le scelte successive operate dall’azienda di Redmond, non era ancora arrivato in Microsoft.
Tornando all’iPhone, il nome scelto da Apple mandò su tutte le furie Cisco che aveva nella sua disponibilità tale marchio registrato. Dopo l’avvio di una vertenza legale, Cisco ed Apple si accordarono fuori dalle aule dei tribunali a fronte di un’intesa economica che non è mai stata rivelata nel dettaglio. Anche iOS era un marchio registrato da Cisco quindi le due società scesero a patti anche su tale nome.
Apple vendette il primo milione di iPhone a distanza di 74 giorni dal lancio: oggi l’azienda vende quasi un milione di unità ogni giorno.
L’introduzione dell’iPhone e il suo successo “ha costretto” l’azienda guidata da Jobs a cambiare nome: da Apple Computer Inc. a Apple Inc. “Ci abbiamo pensato e abbiamo pensato che forse il nostro nome dovrebbe riflettere un po’ di più quello che facciamo“, si disse.
In concomitanza con la presentazione del primo iPhone, Jobs annunciò che Apple aveva completato la transizione dai processori PowerPC di IBM alla piattaforma x86 legandosi a Intel per i Mac.
A distanza di anni Apple si è resa protagonista di un’altra storica transizione: dai processori x86 Intel ai SoC di derivazione ARM sviluppati internamente. Steven Sinofsky, ex Microsoft, ha recentemente descritto molto bene la storia di Apple sul solco dell’innovazione.
Dopo il keynote di quel 9 gennaio 2007 Jobs rivelò di non essere riuscito a dormire la notte prima. E non perché doveva andare sul palco ma perché era consapevole che né l’iPhone né il suo software erano del tutto finiti. Quindi se Jobs si fosse in qualche modo discostato dalla demo prevista, la presentazione si sarebbe potenzialmente tramutata in un fallimento. Quell’iPhone “non finito” fu però, davvero, l’inizio della rivoluzione e provocò un terremoto impressionante a livello dell’intera industria modificando letteralmente lo status quo. Con tutto ciò che ne è scaturito dopo.
Steve Jobs Archive è il progetto che tra memoria storica e ispirazione desidera celebrare quanto ideato e realizzato dal fondatore di Apple.