Il grafene è uno dei materiali sui quali si stanno concentrando gli studi degli scienziati e degli esperti di tutto il mondo. Le sue caratteristiche sono tali da rendere il grafene un materiale potenzialmente in grado di rivoluzionare molteplici campi tecnologici: a beneficiarne saranno le batterie, i sensori e addirittura le memorie. Ne abbiamo parlato anche nei nostri articoli Grafene, materiale super-resistente ora anche 3D e Il MIT presenta un chip basato su nanotubi di carbonio che integra CPU, memoria e storage.
La rivoluzione vera e propria, comunque, deve ancora cominciare perché il grafene non può essere ancora utilizzato a livello industriale, almeno nelle quantità, con la qualità e ai costi che il mercato richiederebbe.
Molti scienziati stanno cercando di individuare modalità poco costose per ottenere e trattare il grafene. Alcuni studi sono stati condotti dagli accademici dell’Università di Exeter.
In queste ore un altro gruppo di studio, questa volta afferente alla Rice University, ha messo a punto un processo produttivo che permette di ottenere grafene a partire dal legno, uno dei materiali più comuni e, allo stesso tempo, rinnovabili.
Il metodo che è stato utilizzato dagli universitari sfrutta il processo che coinvolge l’utilizzo di un laser per la generazione di grafene: viene scaldata la superficie di un polimero creando, allo stesso tempo, della poliammide, un tipo di plastica.
I ricercatori della Rice University hanno stabilito che alcune tipologie di legname, come il legno di pino constano di una struttura molto simile a quella che contraddistingue la poliammide. Ecco perché gli studiosi hanno provato, con successo, a scaldare un pezzo di legno di pino in un ambiente libero da ossigeno e usando un laser industriale ottenendone grafene.
Certo, le problematiche da risolvere restano ancora molteplici ma la strada percorsa viene considerata assolutamente percorribile e quanto dimostrato ad oggi viene considerato come un ottimo inizio.