Domani il fondatore di Wikipedia – Jimmy Wales (nella foto) – festeggerà i dieci anni della sua “creatura”. L’enciclopedia online collaborativa e gratuita è oggi uno dei dieci siti web più visitati a livello mondiale. Pubblicata in 270 lingue differenti, conta ormai – complessivamente – circa 17 milioni di voci redatte generalmente da più volontari che hanno cooperato per migliorare le risorse offerte dall’enciclopedia.
Wales, che ha dato vita a Wikipedia nel 2001 con la collaborazione del cofondatore Larry Sanger, nel corso di una delle interviste che lo vedono protagonista in questi giorni, ha rilasciato qualche dichiarazione sulla sempre più crescente popolarità delle applicazioni destinate ai dispositivi mobili e sugli “app store“.
L’imprenditore statunitense, classe 1966, ha dichiarato che modelli di “app store” simili ad iTunes possono rappresentare una pericolosa “strozzatura“; possono rappresentare “una minaccia per ecosistema diversificato ed aperto“. Wales ha aggiunto che i dispositivi mobili sono delle persone, degli utenti e tali soggetti dovrebbero poter controllare appieno i propri device. Le parole del padre di Wikipedia sono state pronunciate “a titolo personale”, purtuttavia sembrano bocciare senza appello tutti quegli “app store” che, vincolando gli utenti ad una specifica piattaforma, rappresenterebbero una minaccia per la stessa neutralità della rete.
Una posizione, quella di Wales, che appare molto vicina ai temi affrontati nella recente “esortazione” di Tim Berners-Lee (ved., a tal proposito, questo nostro articolo. L’inventore del “World Wide Web” aveva citicato, senza mezzi termini, quelle aziende che cercherebbero di allestire dei micromondi chiusi. Berners-Lee ha espressamente citato Apple che con iTunes utilizza un URI proprietario (itunes:
) anziché usare il classico http:
. “I link itunes:
“, ha commentato l’ingegnere inglese “sono accessibili solamente utilizzando il software Apple iTunes, che è proprietario. Non è possibile linkare una risorsa e renderla visionabile da parte di chiunque (…) Il mondo iTunes è centralizzato e separato dal resto del Web“.