Troppo spesso si preferisce accantonare definitivamente un dispositivo elettronico piuttosto che provare a ripararlo. Così i vecchi dispositivi vanno ad accrescere pericolosamente la montagna enorme di rifiuti RAEE in continua crescita ogni anno e i consumatori, complice anche l’atteggiamento che accomuna molti produttori, preferiscono acquistare un nuovo dispositivo: Diritto alla riparazione in Europa dal 2021, per ridurre i rifiuti elettronici.
Oggi il Parlamento europeo si è espresso con favore per l’approvazione di una nuova regolamentazione che imporrà una serie di obblighi ai produttori di dispositivi elettronici.
L’adempimento più importante è certamente l’utilizzo di un’etichetta che i produttori dovranno esporre su tutti i dispositivi immessi sul mercato: tale indicazione riporterà il “grado di riparabilità” di un prodotto specificando quanto gli utenti potranno risolvere eventuali problemi hardware in proprio oppure rivolgendosi a centri specializzati.
L’etichetta dovrà anche chiarire la durata stimata del dispositivo al momento dell’acquisto da parte del consumatore finale. Una misura che secondo il legislatore dovrebbe mettere fine ai comportamenti di alcuni produttori che usano l’obsolescenza programmata per stabilire una “scadenza artificiosa” delle loro apparecchiature, non motivata da un’effettiva usura dei componenti hardware.
L’etichetta che riporta l’indice di riparabilità così come utilizzata in Francia.
iFixIt, realtà che si è da sempre prodigata per fornire agli utenti gli strumenti e le informazioni per riparare i dispositivi elettronici, senza essere di fatto obbligati all’acquisto di un nuovo prodotto, ha accolto con grande favore la decisione del Parlamento europeo.
A gennaio la Francia aveva istituito un meccanismo per la valutazione della riparabilità di smartphone, notebook e altri prodotti. L’Austria, da parte sua, ha iniziato a ridurre le tasse sui servizi di riparazione e fornisce sussidi per le riparazioni da parte dei consumatori.
Con la risoluzione odierna l’Unione Europea stabilisce uno storico precedente e fissa una pietra miliare che sarà certamente ricordata negli anni a venire.
Si tratta infatti di una presa di posizione forte che mira anche a cambiare l’atteggiamento degli utenti finali, talvolta esageratamente propensi ad accantonare dispositivi elettronici che ancora potrebbero funzionare.
Il 79% dei cittadini europei intervistati nel corso di un sondaggio ha dichiarato di essere favorevole all’introduzione del diritto di riparazione ritenendo che i produttori dovrebbero essere legalmente obbligati a facilitare le riparazioni dei dispositivi o comunque a sostituire singole parti.