Il Garante per la protezione dei dati personali ha ordinato a Google di bloccare qualunque trattamento sui dati raccolti dalle vetture utilizzate per la composizione degli archivi fotografici del ben noto servizio Street View. Il Garante non si riferisce alle immagini catturate lungo le strade della Penisola ma ai dati in transito sulle reti Wi-Fi non protette rilevate nelle vicinanze. Il software installato nelle “Google cars” (che i portavoce della società hanno dichiarato essere stato definitivamente rimosso), infatti, non soltanto tracciava la posizione (annotazione delle coordinate GPS) degli “hotspot” e dei router wireless individuati nei dintorni, memorizzando anche SSID ed indirizzi MAC, ma effettuava anche un’attività di “sniffing” rilevando e salvando le informazioni trasmesse in quel preciso istante.
Google ha più volte voluto sottolineare che quanto accaduto è stato frutto di un errore e che non si è mai voluto “rastrellare” dati provenienti dalle reti Wi-Fi, tanto meno eventuali informazioni di carattere personale. “E’ chiaro che dalle nostre autovetture abbiamo acquisito per errore campioni di dati in transito su reti Wi-Fi aperte, non protette” aveva ammesso Google a metà maggio scorso scusandosi per l’accaduto ed aggiungendo di non aver mai fatto uso di tali dati: “le informazioni che abbiamo raccolto sono comunque solamente frazioni di dati: le nostre autovetture sono in movimento“.
Il Garante privacy italiano ha ritenuto che vi è la possibilità concreta che alcune delle informazioni “catturate” dalle autovetture del colosso di Mountain View abbiano natura di “dato personale” “consentendo cioè di risalire a persone identificate od identificabili“. La nota emessa dal Garante prosegue: “Google, pertanto, potrebbe aver compiuto un grave illecito, violando non solo il Codice privacy, ma anche alcune norme del codice penale, come quelle che puniscono le intercettazioni fraudolente di comunicazioni effettuate su un sistema informatico o telematico (art.617-quater) e l’installazione, fuori dai casi consentiti dalla legge, di “apparecchiature atte ad intercettare, impedire o interrompere comunicazioni relative ad un sistema informatico o telematico” (art.617-quinquies)“.
L’Autorità italiana ha quindi ritenuto opportuno trasmettere gli atti alla magistratura affinché vengano accertati eventuali illeciti disponendo il blocco dei dati raccolti. Dal momento che sono considerabili alla stregua di “elementi di prova”, il Garante ha stabilito che Google interrompa qualunque trattamento non cancellando alcun dato.
Altre informazioni sulla vicenda, sono reperibili facendo riferimento ai seguenti articoli:
– Raccolta di dati relativi a reti Wi-Fi: “scivolone” di Google
– Il Garante privacy avvia un’indagine su Street View
– Le vetture di Google Street View tornano per le strade
– Street View: le autovetture di Google tornano in Italia
Intanto, Google sta continuando ad ampliare l’archivio fotografico di Street View scattando foto a 360° in molte regioni italiane così come in numerosi altri Paesi. Per sapere dove si trovano i veicoli di Google, è possibile consultare questa pagina.
In Germania (il servizio Street View dovrebbe essere varato a giorni) già 100.000 cittadini avrebbero già richiesto a Google che i propri immobili non compaiano in Street View. Secondo quanto stabilito le richieste di rimozione (“opt-out“), per giungere in “tempo utile”, dovrebbero pervenire a Google entro il 15 ottobre. Il ministro dell’interno tedesco aveva recentemente espresso la sua posizione favorevole nei confronti del servizio Street View a patto che siano fissate delle regole chiare e dei limiti.