InfoCamere, la società consortile di informatica delle Camere di Commercio Italiane, ha comunicato che la banca dati delle caselle di posta elettronica cerificata (PEC) ha superato quest’oggi il traguardo dei 5 milioni di indirizzi registrati.
Il database, battezzato INI-PEC e presentato a fine giugno scorso, raccoglie gli indirizzi PEC (ed i dati dei relativi proprietari) delle imprese e dei professionisti italiani. A qualunque soggetto viene offerta la possibilità di individuare rapidamente l’indirizzo PEC di un’azienda oppure di un professionista, sia esso iscritto ad un ordine o ad un collegio.
Sempre secondo i dati diramati da InfoCamere, che gestisce il servizio INI-PEC in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico, circa l’80% degli ordini e dei collegi avrebbe provveduto a comunicare gli indirizzi PEC dei propri iscritti provvedendo con regolarità all’aggiornamento delle informazioni conferite.
Dal momento che per ciascuna azienda iscritta al Registro delle Camere di Commercio (le nuove sono tenute a specificare un indirizzo PEC nella domanda, pena la nullità della stessa), per ogni ditta individuale, per ciascun professionista iscritto ad ordini e collegi, vige l’obbligo di segnalare un indirizzo di posta elettronica certificata e, di conseguenza, Registro, ordini e collegi debbono girare gli stessi dati sul database ministeriale, quest’ultimo si sta rapidamente rimpinguando.
La ricerca di un indirizzo PEC è effettuabile da questa pagina introducendo almeno alcuni dei dati richiesti. Nel caso dei Professionisti, tipicamente, è possibile effettuare una ricerca introducendo nome, cognome e categoria professionale. Inserendo il codice fiscale, invece, non sarà richiesta alcuna informazione aggiuntiva.
Cliccando sulla scheda Imprese si può avviare la ricerca di un’azienda: anche in questo caso, basterà digitare almeno una parte della ragione sociale e la provincia in cui è situata la sede.
Utilizzando i recapiti contenuti nel database INI-PEC, i cittadini o comunque i soggetti interessati avranno modo di inviare ad aziende e professionisti e-mail a valore legale immediatamente riconosciuto (versione digitale della raccomandata postale).
Punto dolente della PEC “made in Italy” resta sempre l’incompatibilità con gli altri sistemi simili utilizzati a livello internazionale.