Storie di guerriglia urbana a Parigi dove una manifestazione “anti-Uber” promossa dai tassisti della Ville Lumière si è trasformati in atti di violenza. I taxi parigini hanno dapprima ostacolato, procedendo a velocità ridotta, le autovetture a noleggio di Uber e di SnapCar (altro servizio simile) per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica e dei legislatori. L’accusa mossa dai tassisti d’Oltralpe è la stessa che viene avanzata in altri Paesi, Italia compresa: Uber e “fratelli” farebbero di fatto una concorrenza sleale. Le macchine di Uber sono sprovviste di tassametro, applicano listini prezzi che sono frutto di una contrattazione fra privati e svolgono un servizio di trasporto pubblico senza disporre di alcuna autorizzazione. Questa la tesi dei tassisti scesi sul piede di guerra. Letteralmente, almeno a Parigi.
La protesta, infatti, è sfociata in alcuni “attacchi” diretti ad autovetture Uber in transito per la capitale francese. Una delle conducenti Uber racconta di essere stata aggredita mentre viaggiava verso il centro dall’aeroporto di Charles de Gaulle.
Alcuni tassisti inferociti avrebbero bersagliato l’auto Uber con una fitta sassaiola culminata con la distruzione di un vetro e la rottura di uno pneumatico. L’autista (Kat Borlongan) ha immediatamente pubblicato su Twitter le sue impressioni ed Uber ha reso pubblico l’accaduto.
Non meno di una dozzina di attacchi, in tutta la città, sono stati poi confermati da Uber.
Gli utenti, snervati da lunghe attese ai call center per chiamare un taxi e considerata la scarsa offerta in diverse città, hanno cominciato a guardare con sempre maggior interesse ad Uber. Alla fine, basta uno smartphone ed un’apposita applicazione per richiedere immediatamente una vettura, ovunque ci si trovi, e vederla arrivare con puntualità (ne abbiamo parlato nell’articolo Google e Uber, l’accordo si fa ancora più stretto). E se si è mossa anche Google per sostenere Uber, è facile immaginare quali siano il successo già fatto registrare e le potenzialità di crescita del servizio.