Alcune dichiarazioni rilasciate dal CFO di Intel, George Davis, sembrano suggerire come i processori a 10 nm rappresenteranno una breve parentesi nella storia dell’azienda di Santa Clara. Già a gennaio scorso, infatti, si parlava di un possibile passaggio diretto ai 7 nm per le CPU di fascia più alta: Intel potrebbe passare direttamente ai 7 nm per i processori di fascia più alta.
Nell’articolo Nanometro, unità di misura utilizzata per descrivere le CPU: ecco perché abbiamo visto alcuni aspetti importanti nella produzione dei moderni processori chiarendo anche che non solo un processore realizzato a 7 nm non è necessariamente il doppio più performante rispetto a uno a 14 nm ma anche che non è corretto paragonare direttamente processi costruttivi di produttori diversi, con architetture differenti.
Purtuttavia, la “nuova era” che sembrava destinata ad aprirsi con il lancio dei primi processori a 10 nm per i sistemi portatili (Ice Lake-U) potrebbe quindi essere destinata a interrompersi prematuramente tant’è vero che già oggi si sprecano i riferimenti a Tiger Lake (processo litografico a 10nm migliorato) mentre scarseggiano quelli ad Ice Lake.
L’obiettivo di Intel, analizzando le affermazioni di Davis, sarebbe quello di rimettersi in pari con la concorrenza passando rapidamente ai 7 nm (entro fine 2021) per poi provare a riguadagnare la leadership nello step seguente, migrando ai 5 nm.
Il processo a 10 nm di Intel offre una densità paragonabile a quella del processo a 7 nm di TSMC. Davis ha però ammesso come la sua società sia in ritardo non spiegando se le riserve sui 10 nm siano incentrate sulle prestazioni oppure sui costi di produzione dei processori. Il CFO di Intel si è limitato a osservare che i processori a 10 nm non saranno prodotti in quantità enormi e non porranno una pietra miliare come è stato fatto con le soluzioni a 14 nm e come avverrà con i 7 nm. Saranno piuttosto un importante passo in avanti.
Saranno perciò le CPU Tiger Lake 10 nm+, il cui rilascio è atteso entro la fine del 2020, e i processori a 7 nm creati ricorrendo alla litografia ultravioletta estrema (EUV) a risollevare l’azienda, almeno stando a quanto emerge in queste ore.
Intel sta affrontando sfide importanti, anche in ambito data center, dove AMD sta divenendo sempre più competitiva. Davis ha ammesso che nella seconda metà del 2020 il “morso” della concorrenza si farà sentire ancora di più ma che l’azienda sta lavorando alacremente per migliore la sua offerta guardando primi ai 7 nm e poi ai 5 nm.
Ad ottobre scorso avevamo pubblicato un articolo in cui riassumevamo come sta cambiando il quadro sul versante server: Processori Intel e AMD per sistemi server: cosa cambierà da qui al 2022.