Non vi è dubbio che Huawei sia una delle realtà cinesi maggiormente colpite dalla “stretta” voluta dall’amministrazione Trump. Nulla è comunque perduto grazie alle esenzioni che le società a stelle e strisce stanno via a via ottenendo per continuare a collaborare con Huawei.
Già ad agosto erano trapelate le prime indiscrezioni sul sistema operativo sul quale gli ingegneri dell’azienda stanno lavorando e sui piani futuri: Il sistema operativo di Huawei si chiama HarmonyOS: funzionerà su una vasta gamma di prodotti, smartphone compresi.
Ciò che è palese, comunque, è che Huawei sta cercando di diventare sempre più indipendente rispetto ai colossi statunitensi. Adesso, però, si starebbe investendo ancor di più sulla progettazione e sulla produzione in autonomia dei processori.
Già da anni la controllata HiSilicon si occupa dei SoC Kirin basati su architettura ARM utilizzati nei dispositivi mobili Huawei e Honor. Prossimamente, però, dovrebbero debuttare nuovi processori – conosciuti con il nome in codice di Kunpeng -: basati su architettura ARM v8, saranno disponibili in configurazioni a quattro e otto core ma potranno essere integrati in configurazioni scalabili che daranno vita a piattaforme server fino a 64 core con frequenze di clock massime pari a 2,6 GHz.
L’idea dei vertici di Huawei è quella di raggiungere anche il segmento dei PC con i processori realizzati dall’azienda. A corroborare tali indiscrezioni, arriva qualche dettaglio sulle schede madri di casa Huawei.
La motherboard Kunpeng Desktop Board D920S10, ad esempio, si preannuncia come un modello piuttosto avanzato che soddisfa tutte le specifiche più moderne: integra slot PCIe 3.0, supporta la connessione di unità SATA III 6 Gbps, dispone di connettori NVMe M.2, consente l’utilizzo di 64 GB di RAM DDR4 a 2.400 MHz in configurazioni quad-channel.
Le configurazioni orientate ai server e ai data center supportano fino a 1 TB di RAM quad-channel a 3.200 MHz e dispongono di 40 piste PCIe.
I tecnici di Huawei hanno anche confermato di voler passare rapidamente all’interfaccia PCIe 4.0 e che i primi modelli che raggiungeranno il mercato consumer saranno progettati per dare vita a sistemi orientati all’office automation e all’utilizzo dei sistemi operativi basati su kernel Linux.
Lo scoglio più imponente sarà certamente a livello software: nonostante il lancio di Windows 10 su ARM, la disponibilità e la compatibilità delle applicazioni per i PC “ARM-based” è un problema di non semplice risoluzione. Huawei potrebbe superare questi ostacoli con un suo sistema operativo, come accennato in apertura, ma l’azienda dovrebbe riuscire contemporaneamente a creare un buon ecosistema di applicazioni compatibili.
Insomma, difficile che i processori Huawei possano sostituire nel breve periodo l’offerta di Intel e AMD. Con il tempo, però, potrebbero diventare una valida alternativa cominciando da settori di mercato specifici.