Da tempo si parla dell’enorme dipendenza dei principali produttori di smartphone da Google e gli stretti legami in essere con la società di Mountain View sono diventati ancor più palesi dopo la decisione del governo USA di disporre l’interruzione forzata dei rapporti di business tra le aziende statunitensi e quelle cinesi.
Da quando Trump ha imposto le ben note restrizioni, Huawei ha investito ben 1 miliardo di dollari sul suo progetto Mobile Services al fine di costruire un’alternativa concreta ai servizi Google Play: Anche se potesse Huawei non tornerà indietro e non userà i servizi di Google.
Altre aziende cinesi come Xiaomi, Oppo e Vivo hanno deciso di unirsi a Huawei al fine di sviluppare uno store per le app comune tutelandosi nel migliore modo possibile dalla “minaccia a stelle e strisce”.
Le quattro società hanno appena dato il via alla Global Developer Service Alliance (GDSA), un’intesa che ha come obiettivo quello di unificare gli store già esistenti permettendo agli sviluppatori di pubblicare le loro app una volta sola. Anzi, due se si considera Google Play Store o tre se aggiungiamo anche Amazon Appstore.
La “stretta” voluta dal presidente degli Stati Uniti si è sentita soprattutto sulle vendite del Mate 30 anche se per Huawei la buona notizia è che non dipendendo da Qualcomm, la società non si è trovata in difficoltà per quanto riguarda la fornitura dei processori per i device mobili, attività che è direttamente curata dalla controllata HiSilicon.
Inoltre, Huawei utilizza una versione personalizzata di Android derivata AOSP (Android Open Source Project) che integra lo store proprietario AppGallery (ospita al momento circa 11.000 applicazioni, ancora un po’ poche rispetto ai milioni di app contenute nel Play Store di Google, ma capace di offrire quelle più popolari come WhatsApp o Instagram).
La collaborazione tra Huawei, Xiaomi, Oppo e Vivo deve ancora lavorare a 360 gradi ma i nomi dei quali stiamo parlando sono così importanti da essere destinati, almeno nel medio termine, a rivaleggiare efficacemente con l’offerta di Google e degli altri player.
Nel sito ufficiale dell’alleanza GDSA ancora non figura il nome di Huawei ma sono fonti vicine alla società fondata da Ren Zhengfei a confermare che anche “il fiore rosso” sarà della partita.
Nel frattempo, l’ufficio stampa di Xiaomi ci ha fatto pervenire la seguente dichiarazione: “La Global Developer Service Alliance serve esclusivamente a facilitare l’upload delle applicazioni da parte degli sviluppatori nei rispettivi app store di Xiaomi, OPPO e Vivo. Non vi è alcun intento competitivo tra questo servizio e Google Play Store“.