Google si sta preparando per mettere un pungolo ai provider Internet di tutto il mondo. Il sito “Video Quality Report“, appena varato, mira ad offrire agli utenti una guida ragionata per la scelta del miglior fornitore di accesso. Il colosso di Mountain View farà i nomi ed evidenzierà quali aziende riescono ad offrire buone prestazioni agli utenti ed, in particolare, connettività adeguata per la visualizzazione di video e di altri contenuti multimediali online.
Allo stesso tempo, Google dovrebbe anche compilare la “lista dei cattivi” ossia l’elenco di quei provider che non riescono a fornire buone prestazioni, ad esempio, durante la riproduzione dei contenuti pubblicati su YouTube.
Video Quality Report sarà in grado di stabilire automaticamente l’area di residenza dell’utente e comporre una sorta di “classifica” dei provider migliori. Tutti i fornitori di connettività che riusciranno a trasferire correttamento il flusso dei dati YouTube a 720p HD verso l’utente, potranno fregiarsi del riconoscimento “YouTube HD Verified“.
I tecnici della società di Mountain View ricordano che la struttura distribuita dei server Google fa sì che per ogni utente che richiede la riproduzione di un video YouTube venga sempre scelto il server fisicamente più vicino. L’obiettivo è quello di velocizzare il più possibile lo streaming dei dati e di scegliere la strada che garantisce la ricezione più fluida delle informazioni.
Un ruolo fondamentale, però, è rivestito dal provider scelto da ogni singolo utente di YouTube. Nel caso di problemi di congestione o di ridotta banda di rete (Connessione Internet lenta: come diagnosticare e risolvere il problema), il caricamento dei video risulterà molto lento.
Crediamo che l’iniziativa promossa da Google (per il momento non ancora portata in Italia; vedere il sito ufficiale) voglia anche fungere da monito per quei grandi provider che sono sempre più orientati a penalizzare il trasferimento di certi tipi di contenuti. Da tempo si registrano infatti continue frizioni fra le aziende “over the top” che mettono a disposizione anche contenuti piuttosto voraci di banda (Google, ad esempio) ed i grandi provider che vorrebbero ricevere un aiuto economico per ampliare le loro infrastrutture (Neutralità della rete a rischio: velocità per chi paga di più).