Google, in collaborazione con la Polizia postale e delle comunicazioni italiana, ha da poco varato un nuovo sito web a carattere informativo che vuole proporsi come punto di riferimento per tutti coloro che vogliano approfondire tematiche oggi divenute di grande attualità sul web. L’iniziativa congiunta desidera porre l’accento su quelle tematiche che spesso non sono prese in considerazione, purtroppo, da una larga fetta di utenti che, comunque, utilizza i servizi di Rete.
La guida firmata Google e Polizia di Stato, dal titolo “Buono a sapersi“, si compone di quattro macrosezioni: “la tua sicurezza online“, “i tuoi dati sul Web“, “i tuoi dati su Google” e “gestione dei tuoi dati“. L’obiettivo è quello di diffondere una maggiore consapevolezza sulle problematiche con le quali un utente si deve confrontare ogni giorno.
La sicurezza e la riservatezza delle informazioni alle quali si accede online passa per la scelta di una password efficace. Troppo spesso, infatti, ancor’oggi, gli utenti scelgono password “deboli”, facilmente individuabili, oppure condivise tra più servizi. La scelta avventata di una password è quanto di più sbagliato si possa fare quando ci si iscrive ad un social network così come ad un qualunque altro sito web dotato di un’area personale e privata.
All’importanza di scegliere password lunghe e complesse abbiamo dedicato, a suo tempo, un articolo “ad hoc” e più di recente abbiamo spiegato come sia possibile conservare i propri elenchi di password in un archivio cifrato.
Google offre poi una serie di suggerimenti per evitare di essere infettati da componenti malware (alla prevenzione, all’individuazione ed alla rimozione dei malware abbiamo dedicato diversi articoli; eccone una selezione: 1, 2, 3, 4, 5, 6).
Il riflettore è poi puntato sui cookie e su come essi possano essere utilizzati per tracciare “gli spostamenti” dell’utente (suggeriamo la lettura del nostro articolo “Che cosa sono i cookie: la verità su come gestirli, rimuoverli e difendere la privacy sul web“) e sulle strategie utilizzati dai siti web per stabilire, almeno in modo approssimativo, la posizione geografica del client.
Per quanto riguarda Google, la società riassume quali dati vengono registrati nei log di ricerca e come essi vengono sfruttati per mostrare risultati di ricerca pertinenti.
La guida, infine, propone alcuni consigli sulla navigazione “in incognito”. Si tratta della cosiddetta “modalità incognito” impiegata da tutti i principali browser web ed attivabile su richiesta: abilitandola (un’esplicita indicazione viene generalmente aggiunta nella barra degli indirizzi), il browser non memorizzerà i dati relativi alla sessione di esplorazione, inclusi cookie, file temporanei di Internet, cronologia ed altre informazioni. La navigazione in incognito è comunque ben diversa, lo ricordiamo, dalla navigazione in anominato (ved., ad esempio, l’articolo su TOR).
Per consultare le indicazioni “Buono a sapersi” di Google e Polizia di Stato, è sufficiente fare clic su questo link.