Si chiamano Big Tent gli eventi che Google sta organizzando in tutto il mondo e che hanno come obiettivo quello di costruire ponti fra la società di Mountain View, le sue tecnologie, la sua filosofia, i suoi modelli di business ed i governi, i cittadini, le imprese, la pubblica amministrazione.
Sotto un unico tendone – da qui il nome scelto per gli eventi – Google vuole raccogliere più figure, possibilmente con visioni differenti sul mondo IT, sull’economia, sulla libertà d’espressione, sull’economia, sugli aspetti sociali. L’obiettivo è puntare tutto sul dialogo.
L’evento svoltosi ieri a Roma è stata l’occasione, per Google, di incontrare gli editori italiani nel mezzo della “bufera” che in territorio europeo sta da mesi investendo la società di Larry Page e Sergey Brin (Attacco frontale a Google da parte degli editori europei).
Secondo il sottosegretario all’editoria Giovanni Legnini lo scontro non vale a nessuno: il rapporto fra editoria, contenuti editoriali pubblicati in Rete e motori di ricerca va discusso in modo serio e costruttivo. Lo Stato deve garantire il suo ruolo di arbitro privilegiando lo strumento negoziale.
In tema di privacy, il ministro della cultura e del turismo Massimo Bray ha anticipato che, anche sulla scorta delle decisioni recentemente adottate dal Garante italiano darà il via ad una serie di incontri con i vertici di Google. L’obiettivo è quello di ottenere risposte chiare in materia di privacy da colosso statunitense e rassicurazioni sui progetti futuri (I garanti privacy chiedono spiegazioni sui Google Glass).
A proposito di privacy, però, è necesario anche educare gli utenti della Rete che si devono ricordare di essere in luogo aperto, come può essere una strada, una piazza, un esercizio pubblico. Prima di fornire dati personali, quindi, è bene riflettere con attenzione su ciò che si sta facendo e sulle possibili implicazioni. Le regole e le precauzioni che valgono online sono le stesse che si applicano nella vita di ogni giorno.
Nel mezzo dello scandalo americano sul monitoraggio dei dati di milioni di persone, il leggendario Vint Cerf ha voluto fornire qualche garanzia escludendo nella maniera più categorica che Google abbia consentito alla NSA, agenzia governativa USA, di intercettare e leggere i dati degli utenti.
L’amministratore delegato di Sony Italia, Andrea Rosi, ha poi parlato di pirateria digitale e dei nuovi modelli di business per la distribuzione di contenuti video-musicali in Rete. Dopo anni di contrazione del mercato discografico, con una riduzione dei posti di lavoro dimezzatasi nel giro di 10 anni, si sta cominciando a registrare un’importante inversione di tendenza. Rosi ha aggiunto che “dopo anni di lotta alla pirateria oggi Sony ammette che l’unica soluzione è portare musica al cliente sul device che preferisce e a prezzo equo“. Nuove figure professionali sono state infatti assunte per la gestione delle metodologie tecniche per la distribuzione digitale dei brani e degli altri contenuti. In quest’ottica i servizi offerti da aziende come Apple, Google, Spotify fanno e continueranno sempre più a fare la parte del leone.