Alcuni editori francesi avevano spinto il Parlamento d’Oltralpe all’approvazione di una legge che impedisse ai motori di ricerca di trarre profitto economico dalla ripubblicazione di contenuti apparsi su altri siti. Secondo la tesi dei promotori della normativa, un’azienda come Google non avrebbe il diritto di pubblicare inserzioni pubblicitarie a lato di quei testi che sono stati ripresi da testate online e da magazine pubblicati in Rete dai vari editori.
Google ha sempre rimarcato come la legge che si vorrebbe far passare in Francia potrebbe rappresentare una grave minaccia per la Rete. La normativa, secondo Mountain View, avrebbe un effetto dirompente: un servizio come Google News non potrebbe essere più usato come cassa di risonanza per diffondere gli articoli apparsi sui giornali online. Ciò andrebbe a svantaggio degli utenti, che non verrebbero più informati sulle tematiche di proprio interesse, e degli stessi editori che non fruirebbero più di traffico aggiuntivo derivante dalla visibilità offerta gratuitamente da Google.
Se, da un lato, il Ministro della Cultura francese Aurelie Filippetti ha pubblicamente espresso il suo parere favorevole alla proposta di legge, Google ha quest’oggi assunto una posizione dura nei confronti del punto di vista parigino.
I siti di proprietà degli editori francesi saranno rimossi dagli indici mantenuti da Google qualora la normativa dovesse essere approvata. Così hanno tuonato i responsabili di Google France. Il motore di ricerca ideato da Larry Page e Sergey Brin veicolerebbe qualcosa come 4 miliardi di visite al mese verso le pagine web amministrate dagli editori francesi: l’eliminazione dei contenuti dall’indice di Google rappresenterebbe un danno per gli interessi degli editori d’Oltralpe.
Il punto di vista di Google è chiaro: la società, attraverso i suoi servizi, genera traffico verso i siti web degli editori. Quest’attività non costa nulla agli editori ma è di fondamentale importanza per fare business. Google, quindi, non è disposta a pagare un centesimo per i contenuti che riproduce su Google News o sugli altri servizi.
La Filippetti si è detta stupita per la risposta ricevuta da Google parlando di toni aggressivi e minacciosi. “Non si tratta con un governo eletto democraticamente utilizzando l’arma della minaccia“, ha dichiarato il ministro francese.
Ciò che probabilmente i legislatori francesi non prendono in considerazione è che gli editori non interessati ad apparire su Google possono utilizzare un semplice strumento. Il file robots.txt
, memorizzabile nella cartella radice del sito web, consente di stabilire quali pagine non debbono mai essere indicizzate da Google così come dagli altri motori di ricerca.