Dopo l’inserimento di Huawei nella “lista nera” USA da parte dell’amministrazione Trump (vedere Huawei messa al bando negli Stati Uniti: pugno duro contro alcune società cinesi), Google ha comunicato la cessazione della collaborazione con l’azienda estremo-orientale.
“Ci stiamo adeguando alle recenti disposizioni e ne stiamo valutando tutte le implicazioni“, ha dichiarato un portavoce di Google spiegando che i possessori di terminali Huawei potranno comunque scaricare le app progettate e sviluppate dall’azienda fondata da Larry Page e Sergey Brin.
Diversamente rispetto alle notizie della prima ora, Google ha confermato che il Play Store e i Play Services continueranno a funzionare e ad aggiornarsi regolarmente sui dispositivi Huawei attualmente in circolazione e in commercio.
Allo stato attuale, però, tutti i futuri modelli di terminali Huawei non potranno avere il Play Store e i servizi Google preinstallati e, verosimilmente, sarà imposto un blocco per l’installazione di app come Gmail, Maps, YouTube e così via.
Secondo fonti vicine all’azienda, Huawei sarebbe autorizzare solo la versione “pubblica” (AOSP, Android Open Source Project) di Android senza godere di alcun supporto da parte di Google.
Anche Intel, Qualcomm, Xilinx e Broadcom non opereranno più in qualità di fornitori di Huawei fino a nuovo ordine.
Venerdì scorso i rappresentanti del Dipartimento del commercio degli Stati Uniti d’America si erano dichiarati orientati a ridurre le restrizioni imposte a carico di Huawei almeno per ciò che riguarda la fornitura alle aziende USA di apparecchiature per il networking in modo da “prevenire interruzioni legate all’utilizzo delle attuali infrastrutture di rete“.