L’interesse di Google nel settore dell’industria automobilistica non è certamente una novità. Ne sono un esempio evidente gli sforzi del colosso di Mountain View per lo sviluppo di una vettura capace di “guidarsi da sé”, senza un conducente (Google: tra 5 anni auto che si guidano da sole per tutti), il continuo aggiornamento del servizio Maps per quanto concerne dati di traffico e sistema di navigazione, la recentissima acquisizione di Waze (Google si mette in tasca Waze per 1,3 miliardi di dollari?), applicazione che offre informazioni in tempo reali sulle condizioni delle strade, sugli eventuali rallentamenti, su problemi di viabilità ed incidenti.
Nelle scorse ore, attraverso il fondo Google Ventures, la società fondata da Larry Page e Sergey Brin avrebbe investito una somma di poco superiore a 257 milioni di dollari su Uber, applicazione compatibile con i dispositivi Android ed Apple iOS che consente di prenotare, in numerose città mondiali, un’autovettura con autista.
Il mezzo può essere selezionato tra diverse tipologie: dal più economico fino a quello più lussuoso. Una volta avviata l’applicazione sul proprio smartphone, essa indicherà la posizione degli autisti disponibili in zona e permetterà di calcolare il preventivo per raggiungere la destinazione desiderata.
Uber provvederà quindi a rilevare, mediante il modulo GPS, l’esatta posizione del cliente e la comunicherà all’autista che, in pochi minuti, giungerà dall’utente. Questi riceverà il nome dell’autista, i dettagli sull’autovettura ed i riferimenti telefonici per eventuali contatti.
L’applicazione evita qualunque passaggio di denaro sotto forma di banconote: specificando i dati della propria carta di credito, Uber addebiterà la corsa non appena il servizio verrà completato. E così com’è possibile fare con i vari strumenti “social”, l’utente potrà poi esprimere un giudizio sul trattamento ricevuto.
La novità è che, a sua volta, dopo l’investimento di Google, anche Uber potrebbe trarre vantaggio dall’ingresso del colosso californiano nell’assetto societario. La società potrebbe utilizzare, in futuro, anche un “parco macchine” molto speciale. Nel “catalogo” di Uber potrebbero presto fare ingresso le auto prive di pilota “made-in-Mountain View“. La società fondata da Garrett Camp e Travis Kalanick si sarebbe infatti impegnata ad acquistare ben 2.500 veicoli da Google offrendo contemporaneamente all’azienda statunitense l’accesso ai propri database.
Si tratta di un accordo estremamente interessante per Google che, grazie alle informazioni provenienti dai server di Uber, potrà migliorare la conoscenza sulle condizioni del traffico in tempo reale.
La presenza a listino dell'”auto che si guida da sé”, evidentemente, consentirà a Uber di rafforzare ulteriormente il suo business. L’azienda, infatti, sarà la prima a rendere possibile, a tutti, l’utilizzo di una macchina priva di pilota, capace di muoversi nel traffico esclusivamente attraverso la sua “intelligenza artificiale”.
Il modello di auto citato nell’accordo tra Google e Uber è il GX3200, la terza generazione di veicoli autonomi che la società a stelle e strisce sta testando da circa cinque anni.