Le autorità antitrust europee hanno appena ricevuto una denuncia presentata da Fairsearch, una “coalizione” tra più società concorrenti di Google, nei confronti del colosso statunitense. Il dito viene puntato contro le pratiche commerciali fissate da Google per il suo sistema operativo Android che, stando all’accusa, impedirebbero la libera concorrenza. È pur vero che è un prodotto opensource rilasciato sotto licenza Apache e che quindi liberamente riutilizzabile e modificabile, ma se le società partner di Google sono interessate ad applicazioni quali Maps o YouTube, le stesse aziende sono obbligate ad offrire sul telefono l’intera suite delle app di Google.
La tesi di Fairsearch è che da Mountain View arriverebbero precise prescrizioni sulla disposizione delle applicazioni per i tablet e gli smartphone a cuore Android permettendo così a Google di godere sempre di una posizione largamente vantaggiosa rispetto alla concorrenza.
Thomas Vinje, uno dei responsabili delle attività di Fairsearch, ha addirittura definito Android come un “cavallo di Troia” utilizzato da Google per monopolizzare il mercato controllando, allo stesso tempo, i dati degli utenti.
Il 96% delle ricerche dai dispositivi mobili vengono effettuate utilizzando il motore di Google; il 70% dei device montano Android: secondo Vinje con questi dati non è possibile non parlare di monopolio.
Ma chi c’è dietro a Fairsearch? Un’alleanza tra alcuni importanti nomi tra i quali spiccano quelli di Microsoft, Nokia, Oracle, Expedia e TripAdvisor che già aveva mosso numerose critiche rispetto al comportamento perseguito da Google nel settore di mercato dei motori di ricerca.
La Commissione Europea dovrà quindi esprimersi anche sulle lamentele avanzate da Fairsearch aprendo probabilmente una nuova indagine a carico di Google.
Al momento non è ancora giunta a conclusione l’iter di analisi delle pratiche seguite da Google nell’ambito del suo motore di ricerca e dei servizi correlati (vedere, ad esempio, l’articolo Ricerche online: Google risponde all’ultimatum europeo). Joaquin Almunia, commissario europeo col portafoglio della Concorrenza, ha più volte lanciato i suoi strali nei confronti di Google evidenziando quattro punti critici (Concorrenza: ultimatum a Google dall’Unione Europea). Ad oggi una decisione definitiva non è stata ancora presa.