Google ha aggiornato la pagina dedicata ai termini di servizio spiegando in che modo vengono gestiti gli account di posta dei suoi utenti. “I nostri sistemi automatizzati analizzano i vostri contenuti (comprese le email) per fornire funzionalità d’interesse come, ad esempio, risultati delle ricerche personalizzati, pubblicità “ad hoc”, strumenti antispam ed antimalware. La procedura di analisi viene effettuata quando il contenuto dell’utente viene inviato, ricevuto e memorizzato“, si legge nelle nuove condizioni di utilizzo dei servizi di Google, almeno nella versione destinata agli Stati Uniti.
La società fondata da Larry Page e Sergey Brin conferma quindi di effettuare anche un’analisi del contenuto dei messaggi di posta elettronica inviati e ricevuti attraverso Gmail ma chiarisce che tutto viene realizzato in maniera automatica.
Nel rispondere ad una feroce campagna pubblicitaria che Microsoft aveva recentemente messo in campo (Microsoft accusa Google: Gmail non rispetta la privacy), i responsabili di Google avevano rimarcato che “non c’è nessun essere umano che legge le e-mail né tanto meno accede alle informazioni degli account Google per inserire gli annunci pubblicitari; la scelta di quale annuncio pubblicitario mostrare viene effettuata automaticamente da un algoritmo, del tutto simile a quello usato per il filtro antispam“.
Va detto che mentre le condizioni esplicitate nei termini di servizio sono state aggiornate lunedì scorso per gli utenti statunitensi, l’analoga pagina destinata all’utenza europea ed, in particolare, a quella italiana non è stata in alcun modo adeguata. La versione valida per gli italiani e consultabile cliccando qui è ancora aggiornata all’11 novembre 2013 e non contiene alcun riferimento all’analisi automatizzata dei contenuti, compresi quelli dell’account di posta Gmail.
È assai probabile, quindi, che Google preferisca muoversi usando i proverbiali piedi di piombo nel Vecchio Continente, almeno per ciò che riguarda le tematiche legate a doppio file con la privacy degli utenti. Proprio i garanti privacy europei hanno infatti ripetutamente alzato gli scudi mettendo più volte sotto la lente i regolamenti utilizzati dal colosso a stelle e strisce (Si prepara lo scontro frontale tra garanti privacy e Google).