Google News chiude i battenti, almeno in Spagna. È il primo effetto dell’approvazione di una nuova legge che di fatto obbliga qualunque editore a fissare un compenso da ricevere automaticamente ogniqualvolta un altro soggetto provveda ad effettuare una ripubblicazione dei suoi contenuti.
Come si legge nel “Bollettino Ufficiale dello Stato” spagnolo – l’equivalente della nostra Gazzetta Ufficiale – l'”obolo” dovrà essere sempre riconosciuto agli edtori, indipendentemente dal fatto che questi desiderino o meno applicarlo.
Non sembra avere neppure importanza se il sito che effettua la ripubblicazione dei contenuti altrui non svolge alcuna attività di tipo commerciale né se i testi vengano ripresi ed immessi online sotto forma di “estratto“, come accade su Google News.
Un provvedimento anacronistico che rischia di rappresentare un pericoloso precedente
È anacronistico ciò che è “fuori dal tempo“, ciò che è in netto contrasto con il periodo che stiamo vivendo. La normativa approvata in terra iberica è un esempio lampante di come il legislatore sia sempre più spesso, purtroppo, poco consapevole dei meccanismi che – sin da quando il web è nato – ne regolano il funzionamento.
Approvare una legge che, di fatto, obbligherebbe Google a versare un corrispettivo economico per ogni singolo testo parzialmente ripubblicato, significa decretare la morte di un servizio come Google News e privare improvvisamente gli utenti di un prezioso strumento.
Così, come conferma Richard Gingras (responsabile del servizio Google News) sul blog ufficiale dell’azienda, News chiuderà i battenti, in Spagna, il prossimo 16 dicembre, circa due settimane prima dell’entrata in vigore delle nuove disposizioni di legge.
Ci auguriamo che le altre nazioni europee evitino di guardare alla sconsiderata decisione assunta dal legislatore spagnolo.