Gli occhiali per la realtà aumentata di Google non integreranno, almeno nelle fasi di lancio del prodotto, funzionalità di riconoscimento facciale. Non perché i Google Glass non siano potenzialmente in grado di riconoscere i volti delle persone ma perché, su un aspetto delicato, è bene muoversi coi piedi di piombo.
Negli ultimi anni, infatti, Google è più volte scivolata sul tema della privacy divenendo un’azienda sotto speciale osservazione negli Stati Uniti (Privacy: Facebook raggiunge un accordo con la FTC). L’accordo siglato con la Federal Trade Commission (FTC) statunitense a fine 2011 obbliga Google a fornire informazioni puntuali, in materia di privacy e politiche sulla sicurezza, durante tutti i controlli periodici che saranno svolti durante i prossimi 20 anni.
Così, anche in forza dei primi dubbi in merito al pieno rispetto della privacy dei cittadini, Google preferisce far calmare le acque e non dotare i suoi Glasses di una caratteristica che potrebbe essere oggetto di critica o, peggio, di possibili sanzioni.
“Per il momento non approveremo alcuna Glassware (le applicazioni web-based concepite appositamente per i nuovi occhiali, n.d.r.) che integri funzionalità di riconoscimento facciale” hanno scritto i tecnici di Google in una nota.
Che qualcuno guardi con sospetto ai Google Glass era già parso evidente nelle scorse settimane: alcuni casinò di Las Vegas hanno già dichiarato di non accettare clienti che indossano occhiali come quelli di Google (si è parlato di problematiche legate alla privacy ma, molto probabilmente, i timori sono ben altri e connessi col funzionamento di alcuni giochi d’azzardo), lo stato della West Virginia non permetterà l’uso di strumenti come i Google Glass da parte del conducente di veicoli a motore, il Congresso degli Stati Uniti ha inviato a Google una richiesta di chiarimenti.